E’ ancora difficile al momento fare previsioni sulla possibilità che la frattura apertasi ieri in seno alla maggioranza di centrodestra che da poco più di due anni governa la capitale delle Langhe possa ricomporsi e in che modo. Certamente, se anche questo dovesse avvenire, l’accomodamento dell’«umiliazione» denunciata dal sindaco Carlo Bo con la defezione non annunciata di alcuni suoi consiglieri passerà da un’ulteriore modifica nella già frammentata mappa dei gruppi che sinora ne hanno sostenuto la Giunta.
A certificarlo, in chiusura della seduta consiliare tenutasi oggi in seconda convocazione, è stata Nadia Gomba, capogruppo di Alba Liberale, la formazione che, nata nel maggio 2020 ed espressione anche del vicesindaco Carlotta Boffa, tra le sue fila annovera pure Olinto Magara – che insieme alle fuoriuscite leghiste Maria L’Episcopo e Ylenia Cane è uno dei tre consiglieri accusati della fronda andata in scena con l’incidente politico del quorum venuto meno.
"Ciò che è successo ieri sera in aula è inammissibile – ha attaccato Gomba con una "dichiarazione di sostegno al sindaco" rilasciata anche a nome del presidente del Consiglio comunale Domenico Boeri –. Mi tocca in maniera particolare perché chi ha lasciato ieri l’aula consiliare fa parte di Alba Liberale, dal quale oggi non mi sento più rappresentata. Col collega Boeri prendiamo le distanze da atteggiamenti che non ci appartengono e nei prossimi giorni ci determineremo in merito".
Qualche minuto prima a prendere la parola era stato lo stesso primo cittadino, che durante la seduta non si è mai pronunciato in modo espresso circa il passo indietro da lui ventilato nella serata di ieri ("mi prenderò uno o due giorni per fare le mie riflessioni", aveva detto), ma che in diversi passaggi oggi ha parlato della sua Amministrazione come di un’entità ormai consegnata al passato: "Per me la progettualità vuol dire anche lavorare su determinate tematiche che forse, anzi certamente, io non vedrò (…)", ha detto circostanziando nella fattispecie il suo impegno sul fronte delle infrastrutture della viabilità, per poi spiegare di aver voluto gettare le basi "di un qualcosa che lasci un segno sulla città, qualcosa che chi verrà dopo di me potrà continuare (…)".
Parole che non sono sfuggite all’esponente di "Uniti per Alba" Alberto Gatto, che giudica come improbabili le giustificazioni avanzate da Magara rispondendo al nostro giornale e attacca: "Oggi era scontato che in seconda convocazione il centrodestra garantisse il numero legale, col quorum fissato a un terzo dei consiglieri, ma il dato politico che esce dal Consiglio è che la maggioranza è spaccata, col procrastinarsi di tre assenze non giustificate, e questo pone un problema politico gigantesco, confermato dalle parole della capogruppo Gomba al termine della seduta. Eravamo rimasti alle indiscrezioni su stampelle e cabine di regìa in aiuto al sindaco: ora quei nodi sono evidentemente venuti al pettine. Si sono palesate in modo pubblico quelle che sono le fratture interne alla maggioranza. Come già ben sottolineato dal Partito Democratico, Alba merita di più e meglio di questo".
"Lo spettacolo cui stiamo assistendo – gli fa eco sempre dai banchi dell’opposizione il collega di coalizione Fabio Tripaldi – è un palese danno per la città, che non merita una situazione simile, e ancor di meno nel post pandemia, in un momento nel quale occorrerebbe invece potersi concentrare sui progetti da far ripartire, alcuni dei quali anche messi in campo. Serve una guida solida e soprattutto serve una squadra solida, non può fare tutto l’allenatore. Il problema è che questa squadra non c’è e non c’è mai stata. Il sindaco si è dimostrato attaccato alla città e responsabile nel suo ruolo, ma dubito che la compagine che lo circonda sia all’altezza di chi sta provando a governare la città. E’ piuttosto una squadra allo sfascio, che va contro il suo allenatore e capitano".
Politica | 16 giugno 2021, 20:07
La fuga di Magara spacca Alba Liberale, Gomba e Boeri: "Noi stiamo col sindaco"
Attesa per le decisioni annunciate dal primo cittadino, mentre l’opposizione mette il dito nelle piaghe del centrodestra. Gatto: "Gigantesco problema politico". Tripaldi: "Una squadra che gioca contro il suo capitano"
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