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Politica | 05 luglio 2025, 13:00

Assemblea nazionale di Italia Viva, Salis: “Uniti si vince, divisi no: Genova lo ha dimostrato. Ci sono differenze, ma concentriamoci su ciò che ci unisce"

La sindaca rilancia il “modello Genova” per le prossime regionali e attacca la destra: “Il nostro elettorato pretende coerenza, il loro no. Uniti si vince, divisi si perde”. E ancora: “Abbiamo riportato alle urne migliaia di persone che si erano allontanate dalla politica".

Assemblea nazionale di Italia Viva, Salis: “Uniti si vince, divisi no: Genova lo ha dimostrato. Ci sono differenze, ma concentriamoci su ciò che ci unisce"

È la sindaca di Genova Silvia Salis a tenere uno degli interventi più attesi dell’assemblea nazionale di Italia Viva, in corso presso l'Auditorium dell’Acquario di Genova.

Salis ha ribadito la centralità dell’esperienza genovese per il futuro del campo progressista, a partire dalle prossime elezioni regionali. Nessun trionfalismo, ma la consapevolezza di aver costruito un fronte unitario che ha saputo parlare a un elettorato deluso, riportando alle urne migliaia di persone e sconfiggendo la destra. Una coalizione “difficile da tenere insieme, ma capace di vincere”, dice Salis. E aggiunge: “Chiunque voglia unire e non dividere a Genova sarà sempre il benvenuto”.

Questo è il campo che ha sostenuto la mia candidatura e ha reso possibile la vittoria”, ha detto Salis, “e noi ci abbiamo creduto, fin dal primo momento. Siamo partiti da qui, dal territorio”. La sindaca ha poi voluto ringraziare pubblicamente Arianna Viscogliosi, “in un momento complesso, alla luce delle notizie che abbiamo letto in questi giorni. Genova è tornata sulle prime pagine dei giornali per motivi che purtroppo riportano la nostra città e la Liguria al centro dell’attenzione nazionale per le ragioni sbagliate. Ma questo cambierà, con un lavoro molto duro. La strada è difficile, ma noi amiamo i nostri vicoli e non ci tireremo indietro”.

Un passaggio è stato dedicato anche a Roberta Pinotti, definita “amica e ministra importante”, e poi il cuore politico dell’intervento: l’unità del campo progressista. “In questa sala si respira uno spirito forte, autentico. Ci crediamo davvero, anche se sappiamo quanto sia difficile unire il campo progressista o governare sostenuti da esso. Il nostro elettorato è diverso: è informato, ha un’identità chiara e pretende coerenza. Alla destra questa coerenza non viene richiesta: si fa campagna su un tema e al governo si fa l’opposto”.

Salis ha sottolineato come questa differenza renda la sinistra più esposta al giudizio dei suoi stessi elettori:Io ho fatto parte dell’elettorato progressista, so bene che se dici una cosa e poi non la fai, te lo fanno notare. Magari anche sotto casa. Per questo è più difficile governare, per noi”.

C’è però una lezione, ha aggiunto, che viene proprio da Genova: “Divisi non si vince. Genova lo ha dimostrato. E attenzione: non significa che dobbiamo amarci o condividere tutto. Ma dobbiamo accettare il concetto di coalizione. Non si basa, come a destra, sull’appiattimento o sul mantenimento della sedia. Si basa sulla consapevolezza che gestire una città o un Paese è difficile, ma meglio essere noi a farlo, piuttosto che restare all’opposizione”.

Nel momento in cui ha accettato la candidatura, ha ricordato, la condizione era una sola: la presenza di tutte le forze progressiste in campo. “Non volevamo proporre un modello perfetto, ma un tentativo serio e onesto. E ha funzionato. Lo dico con forza: il nostro elettorato ha una capacità espansiva che la destra non ha”.

I numeri, continua la sindaca durante il suo intervento, lo dimostrano: “Abbiamo registrato un +7%, quasi +8%. Alle precedenti elezioni votò il 44%, oggi siamo arrivati al 52%. Abbiamo riportato al voto persone progressiste che avevano smesso di crederci. Questo non accadeva da anni. Anche a livello nazionale il potenziale è più alto di quanto dicono i numeri. Ma serve una sintesi, e per trovarla bisogna riconoscere le differenze, prendere decisioni, accettarne le conseguenze e capire come attenuarle”.

Guardando al futuro, Salis rilancia: “Questa esperienza ci dice che si può fare. È difficile, è complesso, ma è possibile. Come dice spesso Elly Schlein, il campo progressista deve provarci. E partire dagli esempi locali, come quello di Genova, per arrivare alle regionali”.

Tenere insieme questa coalizione è possibile”, ha ribadito, aggiungendo che "se ci riusciamo, è difficile perdere. Servono volontà e responsabilità. Dobbiamo dire: ok, siamo diversi, ma concentriamoci su quello che ci unisce. Credete in noi come coalizione. Le persone, a Genova, lo hanno fatto. Questo è il messaggio: ridare fiducia all’elettorato progressista, fargli ritrovare una casa”.

In chiusura, anche una riflessione personale: “All'ingresso mi è stato chiesto ‘Si sente più a casa qui che in altri luoghi?’. È una domanda che non avrebbero mai rivolto a un candidato di destra. È questo il grande problema del campo progressista: il bisogno costante di identificarsi e distinguersi. Ma avere un’identità non significa dividersi. Io mi sento a casa mia qui, come in tutte le assemblee dei partiti che mi hanno sostenuta. Non deve esserci una corsa alla differenziazione, ma una corsa all’unità”.

Infine un ringraziamento sentito “a tutte le persone presenti che non fanno parte di Italia Viva, ma che hanno voluto essere qui. Chiunque voglia venire a Genova per costruire unità, sarà sempre il benvenuto. Chiunque voglia unire, e non dividere, qui sarà sempre sostenuto”.

Federico Antonopulo

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