Il Nazionale

Cronaca | 10 maggio 2021, 11:15

‘Ndrangheta a Bra: l’iter processuale inizia con tre “non luogo a procedere per i reati associativi”

L’avvocato Cravero, difensore dei fratelli Luppino: “Secondo noi non ci sono i presupposti per il rinvio a giudizio”

‘Ndrangheta a Bra: l’iter processuale inizia con tre “non luogo a procedere per i reati associativi”

A quasi un anno di distanza dall’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, che ha certificato la presenza di un locale della ‘ndrangheta a Bra, ha preso il via l’iter processuale per molti degli indagati, in una inchiesta che portò all’arresto di una dozzina di persone e alla denuncia di altre venti.

Nell’ultima udienza, il giudice ha emesso una sentenza di proscioglimento, e quindi un “non luogo a procedere” nei confronti del reato associativo contestato nell’ambito delle infiltrazioni 'ndranghetistiche nella città della Zizzola, per Lorenzo Aschiero, Vincenzo Buonafortuna e Giuseppe Buonafortuna.

Il pubblico ministero ha discusso in udienza preliminare chiedendo il rinvio a giudizio di tutti gli imputati che non hanno avanzato richiesta di riti alternativi come il patteggiamento.

Per quanto riguarda la difesa dei fratelli Luppino - Salvatore e Carmelo, originari del comune reggino di Sant’Eufemia d’Aspromonte, ma che da anni vivono nel Braidese e per i quali gli inquirenti contestavano il ruolo di promozione, direzione e organizzazione del locale di Bra - “sarà quella di mostrare al giudice - precisa il loro legale, l'avvocato Renato Cravero - che non ci sono i presupposti per il rinvio a giudizio, poiché gli elementi di indagine sino ad ora raccolti non sono idonei a sostenere in giudizio l’accusa dei reati associativi contestati”.

A questa linea difensiva di base, sempre secondo l’avvocato torinese: “dovrebbe conseguire automaticamente la scarcerazione. Se invece - prosegue Cravero - il giudice ritenga che non ci sono i presupposti tecnici per emettere al momento una sentenza di non doversi procedere, proprio in ragione della scarsa consistenza dei fatti posti a sostegno della richiesta di rinvio a giudizio, la difesa chiederà che perlomeno i miei assistiti possano attendere l’ulteriore sviluppo del giudizio agli arresti domiciliari”.

NaMur

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