È un grande primato nazionale che conferma Genova città di mare di eccellenza nel mondo l’approvazione, prima in Italia, di ‘Ship Recycling’. Demolizione cioè, con riciclaggio del materiale, di una grande motonave.
Ad approvare e dare il via definitivo all’operazione è stato il comandante della Capitaneria di porto di Genova per la motonave ‘Mar Grande’, battente bandiera italiana, e che verrà demolita presso i Cantieri Navali San Giorgio del Porto, unico cantiere italiano iscritto nell’elenco europeo di quelli con autorizzazione a demolire navi oltre le 500 tonnellate di stazza e che vanta, nel settore, una grande esperienza e sito dove è stato demolito pure il relitto della Costa Concordia, transatlantico protagonista di un naufragio passato alla storia negli annali della marineria italiana.
La ‘Mar Grande’ è invece una cementiera che venne costruita nel 1970. Nave imponente, lunga 96 metri e con stazza lorda di circa 2800 tonnellate, attualmente già ormeggiata nel porto sotto la Lanterna. La sua demolizione avverrà, secondo previsioni, in circa tre mesi.
L’operazione riveste grande importanza in quanto si tratta del primo caso di demolizione navale nel nostro Paese, effettuata secondo il Regolamento UE 1257/2013 e le linee guida dell’International Maritime Organization. Queste prevedono, in perfetta sintonia con la necessità di conciliare ecologia, lavoro e progresso, procedure compatibili per le matrici ambientali quali aria, acqua, suolo, e nello stesso tempo la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Per comprendere meglio la situazione e l’approvazione di demolizione e smaltimento, dipendente dalla Capitaneria di Porto genovese, occorre specificare come il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con quello dell’Ambiente, abbia assegnato al Comando Generale delle Capitanerie, con Decreto Ministeriale del 12 ottobre (coincidenza casuale con la scoperta dell’America) 2017 la vigilanza sulla corretta applicazione del Regolamento comunitario.
Sta poi ai vari uffici del Corpo l’approvazione e il controllo dei piani di ‘ship recycling’. Da qui la decisione detta prima. I lavori inizieranno con alleggerimento della nave ancora galleggiante; quindi ci sarà una seconda fase in bacino, dove saranno rimossi tutti i liquidi a bordo e cioè oli residui, acque di sentina e altro e sarà effettuato il taglio di tutte le lamiere, fino alla chiglia.
Circa i materiali pericolosi presenti a bordo, amianto compreso, è stato fatto un preciso e dettagliato inventario ed è stato certificato il pieno rispetto della normativa, peraltro stringente, di gestione dei rifiuti e salvaguardia ambientale. Soprattutto saranno tracciati tutti i rifiuti e, per quanto possibile, verranno recuperati da impianti specializzati in ciò esterni allo scalo genovese. Tutto il procedimento ha coinvolto vari soggetti quali la Città Metropolitana di Genova, che ha rilasciato l’autorizzazione al cantiere ad eseguire l’operazione, ed Arpal, cui è spettato il compito di approvare il piano di monitoraggio e controllo.
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