Il Nazionale

Cronaca | 19 aprile 2021, 11:17

Il collettivo Comestudio occupa il Dipartimento di Scienze della Formazione: "Vogliamo un'Università popolare" (VIDEO)

Gli occupanti denunciano come la pandemia sia stata l'occasione per portare a segno un ulteriore attacco allo stato sociale e alla pubblica istruzione, in un contesto di grave crisi economica che pesa soprattutto su chi era già in difficoltà economica

Il collettivo Comestudio occupa il Dipartimento di Scienze della Formazione: "Vogliamo un'Università popolare" (VIDEO)

La sede del Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università di Genova è stata occupata dagli attivisti del collettivo Comestudio; obbiettivo della mobilitazione è portare l'attenzione pubblica sulle condizioni dell'università pubblica (già fortemente in difficoltà prima dell'avvento del Coronavirus). Gli studenti sottolineano che la pandemia ha impresso una forte accelerazione allo smantellamento dello stato sociale in atto da decenni, e alla penetrazione della logica di mercato anche nel mondo dell'istruzione pubblica.

Gli attivisti hanno letto un comunicato in cui spiegano le loro ragioni e le loro intenzioni, a partire dal problema di una formazione pubblica troppo costosa, considerata "al servizio del mercato e delle aziende, piuttosto che della formazione di cittadini consapevoli". In particolare gli studenti chiedono l'abolizione dell'Anvur, il soggetto istituzionale deputato all'attribuzione dei fondi ai vari atenei italiani: "Il problema - spiega Giacomo Aloi, militante del collettivo Comestudioè che vengono riconosciute maggiori risorse alle università che soddisfano parametri di efficienza meramente quantitativi. Questo meccanismo genera degli atenei di serie A e di serie B, visto che chi si trova con più risorse riuscirà più facilmente a raggiungere i risultati per accrescere la propria quota di finanziamento, mentre le realtà che si trovano in carenza di fondi stenteranno a raggiungere risultati, ottenendo sempre meno finanziamenti".

Più in generale poi la protesta ha lo scopo di aprire una riflessione sul difficile momento storico che stiamo attraversando, e sul percorso che ha portato l'università, e la società tutta, ad essere come le vediamo oggi: "Ci sono 30 anni di devastazione e saccheggio del capitale che pesano sull'università - prosegue Aloi -. Il virus esiste e non siamo certamente noi a negarlo, ma lo stravolgimento portato dalla pandemia non è uguale per tutti. In questi mesi c'è chi ha guadagnato miliardi e chi è rimasto senza aiuti e fonti di reddito. Dopo più di un anno lontani dall'università abbiamo deciso di prendere l'iniziativa; questa occupazione vuole mostrare alla città cos'è una università popolare e universale, intesa come ambasciatrice di diritti e non come erogazione di un servizio. L'università liberata sfiducia governi e industrie che hanno approfittato della pandemia per un ulteriore attacco alla scuola pubblica, che non deve essere piegata ai voleri e all'utile di nessuna Confindustria".

Gli attivisti del collettivo Comestudio hanno programmato una serie attività che animeranno l'occupazione lungo tutta la settimana, come le aule studio durante il mattino, mentre nel pomeriggio si terranno dibattiti, conferenze assemblee e lezioni: oggi pomeriggio si parte con un'assemblea sull'università, mentre domani è in programma una conferenza tenuta dai lavoratori portuali del Calp.

Le ragioni della protesta spiegate da un attivista del collettivo studentesco:

Carlo Ramoino

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