"Un fatto drammatico che nessuno si poteva aspettare. Siamo sconvolti". Così il sindaco di Rivarolo Canavese, Alberto Rostagno, ha commentato all'Ansa la drammatica strage familiare [LEGGI QUI] che la scorsa notte si è consumata in uno stabile di corso Italia 46, nel centro della cittadina di 12mila abitanti a mezz'ora di macchina da Torino.
Lì, un pensionato di 83 anni, Renzo Tabarella, ha ucciso quattro persone: la moglie Rosaria Valovatto, 79 anni, e il figlio Wilson, 51enne disabile con problemi mentali, oltre a una coppia di anziani coniugi, proprietari dell'appartamento e domiciliati nell'alloggio al piano di sopra dello stesso condominio, Osvaldo Dighera e Liliana Heidempergher, 74 e 70 anni. Poi ha tentato di togliersi la vita sparandosi un colpo in testa con la stessa pistola usata per gli altri delitti, ma si è soltanto ferito gravemente ed è attualmente ricoverato al San Giovanni Bosco di Torino, piantonato dai carabinieri.
A dare l'allarme era stata la figlia dei proprietari di casa, che abita in un edificio di fronte ai genitori. Non riuscendo a contattarli al telefono, la donna è andata a suonare il campanello e, non trovandoli in casa, ha chiamato i carabinieri.
"Speravamo in una domenica tranquilla - ha spiegato il primo cittadino di Rivarolo - in cui prepararsi all'ingresso in zona arancione da domani. Purtroppo quel quel respiro è stato purtroppo troncato sul nascere. E' davvero una brutta storia". Rostagno è stato nell'appartamento dove sono avvenuti i quattro omicidi. "Sono stati tutti e quattro colpiti alla testa non in modo fortuito - ha commentato - Un fatto davvero inspiegabile". "Tabarella - ha poi proseguito il sindaco - non lo conoscevo, ma conoscevo bene i proprietari dell'appartamento, due bravissime persone". Perché si è arrivati a tutto questo nessuno lo sa. Il sindaco ha negato che ci fossero problemi con i servizi sociali che seguivano il figlio disabile.
"La signora Liliana era una persona stupenda la conoscevo bene", racconta, sempre all'Ansa, una vicina di casa. "Era stata per tanti anni la maestra elementare nella scuola Immacolata. La strage? Ieri sera ho sentito il cane abbaiare e poi tre o quattro botti, con il maltempo però ho pensato al temporale. Solo la mattina mi hanno telefonato per dirmi cosa era successo proprio e allora ho capito che si era trattato degli spari".
Importante la testimonianza di un altro vicino, che ha permesso di spostare l'orario della strage all'ora di cena (quando invece l'arrivo dei carabinieri è stato dopo le 3 di notte). Secondo questa persona, Osvaldo Dighera e la moglie Viviana sarebbero rientrati a casa prima delle 20 dopo aver portato la spesa alla figlia (che da poco era diventata mamma). Un quarto d'ora dopo lo stesso vicino ha raccontato di aver visto la donna scendere in cantina perché non trovava più il marito. Il racconto, al vaglio degli inquirenti, farebbe dunque pensare che gli omicidi siano stati commessi in quel frangente e che il pensionato abbia poi trascorso parecchie ora, accanto ai cadaveri, prima dell'arrivo dei carabinieri che, citofonando, lo hanno messo in allerta. Tanto che l'umo, proprio allora, ha provato a spararsi in testa (come aveva fatto con le 4 vittime) per uccidersi, senza riuscirci.
"E' sempre stato un tipo burbero - ha invece raccontato l'ex genero dell'uomo - Sapevamo che aveva una pistola ma non avremmo mai immaginato una cosa del genere. Sono sconvolto anche se da un po' avevamo troncato ogni rapporto".
Commenti