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Sport | 03 aprile 2021, 22:51

MASTINI, GRAZIE LO STESSO: PRIMA O POI ANCHE I SUPEREROI TORNANO UMANI

Varese eliminato e Merano in finale (5-1) ma poco importa: ci siamo divertiti quando i gialloneri erano supereroi, ma li ringraziamo soprattutto ora che sono rimasti esattamente ciò che sono, ragazzi normali che vivono la vita di tutti i giorni tra casa, lavoro e pista. Tre dediche finali e un grazie a Torchio e Longhi: ci avete stupito, saprete rifarlo?

MASTINI, GRAZIE LO STESSO: PRIMA O POI ANCHE I SUPEREROI TORNANO UMANI

Quando finisci un libro, terminano le parole. E il libro della stagione giallonera era concluso prima dell'ingaggio iniziale: tutte le parole erano già state usate, non c'era più nulla da dire o da fare. E' stato comunque bellissimo: nessuno si sarebbe immaginato lo scorso agosto di arrivare a un passo dalla bella con le Aquile per giocarsi l'accesso in finale, quelle Aquile più forti di un Varese con meno talento rispetto a quello della scorsa stagione, anche se è stato più squadra nelle difficoltà. Non è bastato, o meglio è bastato per arrivare fin qui, a perdere la prima partita in casa dopo 12 vittorie consecutive (di cui 2 con il Merano) dopo l'unico iniziale ko contro il Bressanone all'Agorà. È bastato per conquistare tifosi ma anche sponsor (vedi il marchio di Lo Pinto sulle maglie per i playoff. Stasera era presente anche Diego Sampaoli, che avrebbe potuto festeggiare il compleanno in famiglia ma invece l'ha fatto con la famiglia giallonera): chi s'avvicina ai Mastini resta folgorato e coinvolto, questa è la vera forza di questo club, che nessun altro nell'hockey, e non solo nell'hockey, in questo momento possiede. Qui ci sono passione, fame, calore, fedeltà, e - anche se non lo vedi ma lo senti - c'è anche un grande pubblico.

Tre gol incassati nei primi 6'28", praticamente uno ad ogni tiro subito, prima degli altri due (uno per tempo) e della zampata dell'ultimo Mastino ad arrendersi e cioè il primo, Edoardo Raimondi: così il Varese perde prima di giocare, come se i fili della testa o i muscoli delle gambe fossero ormai staccati, usurati, bruciati da una stagione oltre ogni immaginazione, come se Flash avesse perso la sua velocità all'improvviso e fosse tornato un ragazzo normale. Ma proprio per questa normalità, di fronte a una squadra di marziani, per questo essere giocatori-lavoratori di fronte a tanti che fanno dell'hockey un mestiere, abbiamo amato i Mastini. E li applaudiamo: ci siamo divertiti quando erano supereroi, ma li ringraziamo soprattutto ora che sono rimasti esattamente ciò che sono, ragazzi che vivono la vita di tutti i giorni tra casa, lavoro e pista.

Non basta che Kobler prenda a pugni Drolet a metà del primo tempo, con il canadese del Varese steso sul ghiaccio e con i giocatori del Merano che incitano il compagno picchiando i bastoni sulla balaustra (potevano risparmiarselo): non è abbastanza nemmeno subire i cazzotti, quando sei svuotato di tutto. E quel tutto lo hai versato sul ghiaccio per il Varese in una stagione che è sembrata una maratona a piedi nudi su una lingua di fuoco. 

Tre dediche finali: una è per Max Airoldi, oggi assente. E' la voce dei Mastini, quella che ci ha regalato emozioni alla radio anche quando la squadra perdeva o soffriva, oppure era piccola, varesina e orgogliosa e muoveva i primi passi per tornare grande. Quando nessun altro ci avrebbe creduto, lui l'ha fatto, "costringendo" tanti a seguirlo. L'altra dedica è per chi non si vede, e quindi i tifosi, ma si è fatto sentire anche in questo vuoto: e, tra di loro, è soprattutto per chi ha sofferto e perso perfino il suo posto di lavoro come Luisella e Paolo del Madera Pub, ma non ha mai tradito l'amore per i Mastini. L'ultima è  personale, ma anche pubblica, e la motivazione è un po' la stessa delle prime due: ci sono stagioni che vivono, e restano, nelle fotografie. E noi ricorderemo questi Mastini nelle immagini di Alessandro Galbiati.

Resta da chiedersi, con calma, cosa accadrà il prossimo anno in cui il Varese non avrà ancora la pista per i lavori al Palalbani: sarà possibile reggere per la seconda stagione consecutiva grazie al sacrificio economico di pochi, inventandosi sempre un'alchimia e una strada nuove, senza entrate, senza casa, senza tornei, senza vivaio? Ai posteri, ma soprattutto a Torchio e Longhi, l'ardua risposta. Quest'anno ci hanno stupito: sapranno o potranno ripetersi?

Varese-Merano 1-5 (0-3, 0-1, 1-1)
Reti: 
1'20" Juscak 0-1, 3'44" Platzer 0-2, 6'28" Thaler 0-3; 32'55" V.P.Ahlstroem 0-4; 43'01" O.E.Ahlstroem 0-5 in sup., 48'07" Raimondi (V) in doppia sup.
Arbitri: Luca Cassol, Willy Vinicio Volcan (Fabrizio De Toni, Giulio Soia)
Note - Tiri: Va 29, Mer 27. Penalità: Va 10', Mer 12'.

Semifinali, gara-4 
Varese-Merano 1-5. Merano in semifinale (3-1) dopo Merano-Varese 6-3, Varese-Merano 4-3 (rigori), Merano-Varese 4-1.
Caldaro-Unterland 4-6: serie sul 2-2 dopo Unterland-Caldaro 4-2, Caldaro-Unterland 2-1, Unterland-Caldaro 2-3 ai rigori.
Martedì 6 aprile, 20.30, gara-5: Unterland-Caldaro.

Andrea Confalonieri

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