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Politica | 09 febbraio 2021, 13:00

Viaggio all’interno dei tre referendum sui quali si dovrà esprimere fa Svizzera: l’accordo di partenariato economico con l’Indonesia

Nei sondaggi l’incertezza sembra regnare sovrana in Ticino: 50% i favorevoli, 50% i contrari

Viaggio all’interno dei tre referendum sui quali si dovrà esprimere fa Svizzera: l’accordo di partenariato economico con l’Indonesia

Fra meno di un mese la Svizzera sarà chiamata alle urne per esprimersi su tre quesiti referendari.

Il secondo di essi riguarda il decreto federale del 20 dicembre 2019 che approva l’accordo di partenariato economico globale tra gli Stati dell’AELS e l’Indonesia

La Svizzera accede ai mercati esteri grazie a una serie di accordi che facilitano gli scambi e le relazioni economiche garantendo così la prosperità del nostro Paese.

Di recente la Svizzera ha negoziato un nuovo accordo con l’Indonesia, quarto paese più popoloso al mondo con i suoi 271milioni di abitanti e in piena crescita: l’intento è di ridurre i dazi doganali e le barriere commerciali, agevolando gli scambi import/export tra i due Paesi. 

Contro questo accordo è stato lanciato un referendum. Pomo della discordia: la prevista riduzione dei dazi doganali sull’olio di palma. Secondo il comitato di referendum, i controlli e le sanzioni previsti saranno inefficaci. Il Governo indonesiano è a suo avviso inaffidabile e l’olio di palma prodotto a basso costo è dannoso per l’ecosistema indonesiano oltre ad alimentare la concorrenza di colture svizzere come l’olio di colza, di girasole o il burro.  

Consiglio federale e Parlamento sono invece dell’avviso che l’accordo con l’Indonesia – compreso il capitolo concernente l’olio di palma – non è solo rispettoso degli interessi economici dei due Paesi ma contribuisce anche in maniera importante allo sviluppo sostenibile. Non vi sarà infatti nessuna riduzione dei dazi doganali per l'olio di palma indonesiano se la produzione non rispetterà i diritti dell’uomo e severi requisiti ambientali per il rispetto dei quali sarà fatto obbligo di presentare prove inconfutabili.

La domanda che figura sulla scheda sarà “Volete accettare il decreto federale del 20 dicembre 2019 che approva l’accordo di partenariato economico globale tra gli Stati dell’AELS e l’Indonesia?” 

Per il “Si” sono schierati il Consiglio federale e il Parlamento e tutti i partiti con l’eccezione del Partito socialista e dei Verdi che ritengono si tratti di un accordo importante ed equilibrato, che tiene conto degli interessi economici di entrambi i Paesi nonché degli obiettivi legati allo sviluppo sostenibile. Solo l’olio di palma sostenibile potrà essere importato a condizioni preferenziali.

Il comitato referendario, invece, invita a votare “No” perché ritiene che la promessa di sostenibilità formulata dall’Accordo potrà difficilmente essere mantenuta perché mancano controlli e sanzioni efficaci. L’olio di palma a basso costo provoca la distruzione della foresta vergine e in Svizzera fa concorrenza alle colture indigene, per esempio di olio di girasole o di colza. I suoi argomenti a favore di un maggior rispetto dell'ambiente pare convincano l'83% degli intervistati, e il 63% di loro è d'accordo sul fatto che l'olio di palma è troppo economico e fa concorrenza agli oli locali

L'accordo di libero scambio con l'Indonesia gode al momento di un’esile maggioranza: il 51% degli intervistati pensa di approvarlo alle urne, contro il 36% di contrari e il 13% di indecisi.

Tra le regioni linguistiche la Svizzera francese appare la più scettica sull'accordo: solo il 41% degli intervistati è favorevole, mentre gli elettori del Ticino sono letteralmente spaccati in due metà fra di esse eguali (50%) del Ticino e quelli della Svizzera tedesca sono invece favorevoli all’accordo in ragione del 54%.

Lo scontro è tra i benefici economici e la protezione dell'ambiente.

Gualtiero Bertola

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