"I diritti di noi studenti sono stati calpestati". Non ha usato mezze parole la studentessa torinese Anita, 12 anni, nota per essere capofila nella 'guerra' contro la didattica a distanza, quando, oggi, è stata audita in Parlamento dalla Commissione Cultura durante una videoconferenza.
"Nonostante la mia regione, il Piemonte, sia zona arancione - ha spiegato la ragazza - non ha ancora riaperto le scuole medie, anche se il dpcm lo permetterebbe. Mi chiedo allora a cosa servano i colori".
"Il presidente Cirio - ha continuato Anita - ci dice che queste misure servono a proteggere la salute, ma questo non può valere soltanto per le scuole. Io voglio avere gli stessi diritti degli studenti delle altre nazioni. La dad non può sostituire le lezioni in presenza perché tanti ragazzi non hanno la connessione per potervi partecipare e quindi sono esclusi. Vogliamo tornare a scuola perché i bambini non sono fonte di contagi".
Negli scorsi giorni il Tar del Piemonte aveva respinto la sospensiva della delibera regionale che impone la dad fino alla fine dell'anno. Venerdì invece discuterà il ricorso presentato da un centinaio di genitori piemontesi che chiedono di tornare subito alla didattica in presenza almeno per la seconda e terza media come previsto per le regioni in zona arancione.
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