Le primarie sono "in alcuni casi uno strumento divisivo", mentre oggi "serve unità tra i torinesi, nel Pd e nel centrosinistra" ma, "se la coalizione deciderà di organizzarle, io ci sono". Mauro Salizzoni, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, conferma così la sua disponibilità a candidarsi a sindaco di Torino.
"Le persone normali, alle prese con il dramma della pandemia, potrebbero non capire il senso del nostro confronto, tra raccolte firme ed iniziative elettorali", aggiunge il noto trapiantologo, da un anno e mezzo vicepresidente del Consiglio regionale. "Non possiamo scordarci neppure per un attimo che la battaglia più importante è quella contro il virus e a fianco di chi sta pagando il prezzo più alto. Se, però, la coalizione deciderà di organizzarle (purché in totale sicurezza e magari con modalità innovative) allora dico: benissimo, avanti con le primarie, io ci sono".
"Per me sarebbe un po’ come partecipare alla corsa Ivrea-Mombarone: in 42 anni non ho mancato un’edizione, e mi alleno ogni giorno per farmi trovare pronto". Poi Salizzoni tira fuori gli artiglie e dichiara: "A chi mi dice che sono troppo vecchio per correre, ricordo che lascio indietro tanti più giovani", a proposito della sua età, 72 anni. "Che dite? Proviamo anche con le primarie?", conclude il vicepresidente del Consiglio regionale.
Nelle scorse settimane, durante una riunione di coalizione, il centrosinistra ha sospeso le primarie, opzione che resta al momento sul tavolo.
Finora si sono detti pronti al confronto Stefano Lo Russo, attuale capogruppo del Pd in Comune, Enzo Lavolta, vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Igor Boni, presidente dei Radicali Italiani, e Luca Jahier, fino allo scorso ottobre presidente del Cese, il Comitato economico e sociale europeo. In campo anche l'ex assessore regionale Gianna Pentenero.
Sul tema delle primarie è intervenuto, con un post su Facebook, anche il segretario metropolitano del Pd Mimmo Carretta: "C'è bisogno di decidere con coraggio, senso di responsabilità e coerenza e la classe dirigente locale è pronta alla sfida. Non siamo ad un casting televisivo, stiamo ragionando su quale sarà la figura cui affidare il futuro della città. Un progetto decennale che richiede innanzitutto competenza, una parola che negli ultimi anni è uscita dal vocabolario di certa politica".
"Le primarie non sono uno strumento coercitivo, sono uno strumento partecipativo", ha concluso Carretta.
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