Non si ferma la protesta contro la ditattica a distanza che il Piemonte ha deciso di proseguire per gli studenti delle medie fino alla fine del 2020. Duecento persone si sono presentate questa mattina in piazza Castello, davanti al Palazzo della Regione, per dire di no alla dad.
Hanno scelto la strada dell'ironia i manifestanti, che hanno fatto pervenire un bigliettino a "Babbo Cirio", infilato in una scatola a forma di albero di Natale, per chiedere al governatore Alberto Cirio, il "regalo" dell'apertura delle scuole. Fra i presenti c'erano anche Anita e Lisa, le dodicenni che nelle scorse settimane sono diventate il simbolo della protesta, e poi studenti delle medie, delle superiori e anche dell'università.
La mobilitazione è stata organizzata dal movimento "Priorità dalla scuola". La paura, secondo i promotori - è che il Piemonte non autorizzerà le lezioni in presenza nemmeno quando il Piemonte diventerà "zona gialla", cosa che potrebbe avvenire già alla fine della prossima settimana. "Siamo dubbiosi - spiegano - perché ci sono grossi ritardi. Basti pensare che hanno organizzato i tavoli per i trasporti solo una settimana fa. Se un centro commerciale resta aperto anche la scuola deve aprire".
"Le scuole in Europa sono aperte e qui no. Per questo Stato evidentemente la scuola e la cultura non sono una priorità", hanno detto alcuni insegnanti. "Se la scuola non riapre - ha commentato Anita - significa che siamo ancora in zona rossa".
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