Il Nazionale

Cronaca | 16 novembre 2020, 15:34

Pegli, stato civile a singhiozzo: occorre il personale, non le polemiche

Dopo l’articolo de ‘La Voce di Genova’, acceso scontro tra Comune e Municipio. Ma quello che interessa ai cittadini è che gli sportelli siano funzionanti e operativi. L’assessore comunale Viale si attivi per questo

Pegli, stato civile a singhiozzo: occorre il personale, non le polemiche

Ma se in un ristorante vengono a mancare gli spaghetti e i clienti restano senza primi piatti, questo dipenderà dal cuoco che non si è occupato della spesa o dal cameriere? Così, se in un ufficio comunale restano chiusi alcuni sportelli e trentamila cittadini sono costretti a recarsi altrove, la responsabilità sarà di chi si occupa del personale per conto di quel Comune oppure del Municipio che apre e chiude quegli spazi? 

La domanda è semplice e la risposta è talmente banale che la può dare chiunque. Chiunque la può comprendere. Meno chi ha voglia di fare polemica, di sviare l’attenzione sul problema, di alzare un polverone e di non prendere di petto la situazione. 

Succede a Pegli, in via Pallavicini: da inizio mese, come raccontato anche da ‘La Voce di Genova’ nei giorni scorsi, gli uffici dello stato civile lavorano a singhiozzo, erogando solo alcuni servizi e non garantendone altri. È il risultato concreto di una questione che si trascina da anni e, purtroppo, non è neanche la prima volta. Non c’entra il virus, o almeno c’entra relativamente: perché i disservizi agli uffici comunali decentrati vanno avanti da moltissimo tempo, nonostante le ripetute segnalazioni e le richieste reiterate di inviare altro personale. 

Ma quando c’è un assessore comunale che liquida la questione come “speculazione politica ai danni dei cittadini”, finisce che non si va avanti e si rimane semplicemente impantanati nel gorgo delle polemiche. Magari a qualcuno piace nuotarci, ma ai cittadini no. Ai cittadini non importa nulla né degli scaricabarile né delle speculazioni politiche. E, paradossalmente, neppure di chi deve fare cosa. Ai cittadini importa che il servizio funzioni, tanto più in un periodo in cui sono sconsigliati gli spostamenti e, quindi, il servizio decentrato dovrebbe essere molto più operativo, non già di meno. 

A Pegli si può accedere, previa appuntamento, per richiedere la carta d’identità, ma non per i pre-riconoscimenti dei nascituri, né per la presentazione delle denunce di nascita o di morte. In questo caso, occorre recarsi a Voltri e la lista d’attesa, come si può comprendere, è molto lunga. Si è fatto tanto parlare, in epoca di Covid-19, di servizi più puntuali alla persona: poi hanno chiuso filiali bancarie, alcuni uffici postali lavorano con orario ridotto, alcuni uffici comunali, come Pegli, sono in difficoltà. 

E chi deve occuparsene, se non l’assessorato al Personale del Comune di Genova? Chi deve avere il quadro aggiornato della situazione, chi deve gestire gli addetti, chi deve fare di tutto affinché il servizio erogato sia il più preciso e puntuale possibile? Niente da fare, si fa molto prima a parlare di “speculazioni politiche”. 

L’assessore comunale, il giovane leghista Giorgio Viale, è nel mirino. E cosa fa? Si difende sui social: “A causa di due dipendenti malate, non è possibile fare certificati anagrafici. Il mio assessorato fornisce il personale, il Municipio ne richiede poi la specializzazione tramite corsi. Se il Municipio non ha ritenuto di formare il proprio personale sui certificati anagrafici, si assuma le proprie responsabilità (dis)organizzative. Il decentramento è bello, lo scaricabarile politicizzato no”. 

E ancora: “Non nego che ci siano carenze di personale, le ultime due giunte di Doria e Vincenzi hanno tagliato 1500 unità. Il Pd dov’era? Ma in questo caso la smettano con lo scaricabarile”. Ora, il punto è proprio questo: se l’assessore riconosce che ci sono “carenze di personale”, che senso ha tirar fuori per l’ennesima volta il goffo refrain ‘e allora il Pd?’. Non serve a niente e non aiuta nessuno. 

Se è vero che le ultime giunte hanno tagliato il personale, non è forse compito dei successori fare meglio rispetto ai propri predecessori? Lo si vuole dare un segnale, invece di rivangare il passato? Claudio Chiarotti, presidente del Municipio VII Ponente, risponde per le rime all’assessore Viale: “Spiace che l’assessore comunale scambi per speculazione politica la volontà e la conseguente richiesta di garantire buoni servizi ai cittadini. Ma veniamo al punto: il Municipio non ha formato personale semplicemente perché non ha personale da formare. L’assessore lo sa bene a dispetto di ciò che ha scritto nel suo comunicato. Lo sa perché ho fatto ripetutamente presente all’amministrazione comunale questa criticità fin dal giorno del mio insediamento e l’ultima volta, non più tardi di domenica 8 novembre 2020, l’ho ribadito proprio all’assessore in questione. Dopo tre anni abbiamo ottenuto una funzionaria e poco altro. Viale si confronti con i suoi uffici e potrà trovare testimonianza di quello che dico”. 

Secondo Chiarotti, “il decentramento meriterebbe una discussione seria e io sono disponibile, dica l’assessore quando. Magari sarà anche l’occasione di farmi spiegare cosa s’intenda fare per il futuro dei Municipi, perché se dovessi guardare ai fatti, alla costante delegittimazione e al depotenziamento sempre più marcato delle realtà municipali, sarei propenso a credere che si vogliano svuotare i Municipi e non ci si faccia problemi a far pesare i disservizi sui cittadini. Un ultimo appunto: trovo poco corretto nel ruolo di assessore comunale al Personale comunicare i motivi dell’assenza del personale stesso: chiunque abbia lavorato o frequentato il mondo del lavoro sa che si comunica l’assenza, ma non le motivazioni, per rispetto della riservatezza dovuta ad ogni lavoratore nell’esercizio dei propri diritti”. 

Anche l’assessore municipale Matteo Frulio non le manda a dire: “Mentre l’assessore Viale fa ancora speculazioni sullo stato civile di Pegli e qualche consigliere gli fa da sponda insinuando sospetti, io attendo con ansia che il personale lo mandino. Perché siamo passati dalla scusa che noi non chiediamo personale (falso) alla scusa che non chiediamo la formazione per gli impiegati. Patetica situazione... La formazione viene fatta dagli uffici centrali. Non sono corsi a richiesta ma sono periodici. Gli stessi che tergiversano sul personale da anni”.  

Il punto è esattamente questo: mandare il personale. Non è richiesto altro. È questo il segno concreto, l’unico, di vicinanza ai cittadini. Il resto sono solo chiacchiere. E byte sprecati sui social network. 

Alberto Bruzzone

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