Scintille in chiusura della seduta con la quale, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 30 settembre, il Consiglio comunale albese è tornato a riunirsi per la discussione di una serie di provvedimenti chiusa dalla modifica urbanistica divenuta oggetto degli strali lanciati dall’opposizione di Uniti per Alba.
A suscitare l’attacco che la coalizione di centrosinistra ha sferzato per bocca del rappresentante del Partito Democratico Alberto Gatto, intervenuto a nome delle quattro liste di opposizione, il merito di una delle sei proposte di modifica inserite nella Variante Parziale 9 al Piano Regolatore Comunale.
Una variazione, quella illustrata dal competente assessore Fernanda Abellonio, e quindi approvata dall’assemblea, che ha disposto la trasformazione di "circa 6.600 metri quadrati di zona Bp1 in zona Br2 (zone prevalentemente residenziali di corso Langhe)". "La trasformazione dell’area da Bp1 in Br2 – si legge nel documento, che su questo specifico passaggio interviene sulla qualificazione urbanistica di parte dell'ex complesso ex Calissano di via Santa Barbara – permetterà di modificare la destinazione Td del previgente Prg (ora Pd produttiva-direzionale) in residenziale".
Un punto sul quale – ha sostenuto Alberto Gatto – "dubitiamo che interessi privati siano nettamente prevalenti sulle motivazioni di interesse pubblico (…). Temiamo sinceramente che ci siano ragioni speculative. E’ evidente a tutti che ancora oggi, nonostante la crisi immobiliare, il valore di un appartamento a destinazione residenziale sia ben maggiore di quello che viene utilizzato per attività aziendali o terziarie. Noi abbiamo il sospetto che alla base di questa variante non ci sia un interesse pubblico, così come pensavamo nelle due sedute precedenti, ma ragioni molto più basse: speculazioni di privati".
La minoranza si è quindi rivolta al sindaco Carlo Bo, chiedendo se corrisponda al vero che il primo cittadino abbia in merito "un interesse privato". Se in sostanza è vero che nello stesso complesso il primo cittadino disponga di una proprietà utilizzata come ufficio.
"Conferma o smentisce questi nostri dubbi?", ha chiesto Gatto. "Se li smentisce, certamente parteciperà al voto favorevole di questa delibera, mentre in caso opposto, qualsiasi posizione lei assumerà, non farà altro che confermare i timori che lei possa aver taciuto interessi privati a questo Consiglio e ai cittadini albesi. (…) non vorremmo che con questa delibera si configurasse un conflitto di interessi o, nella peggiore delle ipotesi, si stesse consumando un possibile reato", ha rimarcato, aggiungendo che, "se le nostre supposizioni fossero confermate, il danno per la nostra città sarebbe enorme e di una gravità inaudita".
Rilievi ai quali il sindaco ha voluto rispondere in aula, nel corso di due diversi interventi: "Quello che dice il consigliere Gatto è corretto – ha spiegato –, ma non ho problemi a dire che quello è sempre stato un ufficio e che continuerà a rimanere tale. (…) Fare tutto questo pandemonio e dire che il sindaco avrebbe costruito tutto questo per far diventare appartamento un ufficio, ufficio che è così da sempre e che tale resterà, e che lo faccio per arricchire la mia posizione, mi sembra veramente una cosa ardita e veramente esagerata. Non problemi a rispondere che quello è sempre stato e continuerà a rimanere un ufficio (…)".
L’assessore Abellonio ha quindi precisato che la richiesta di modifica urbanistica "è partita da privati, che in quell'area hanno uffici accatastati addirittura già come abitazioni. Il problema qual era? Non viene trasformata quest’area in zona residenziale, rimane a destinazione d'uso quale era. Solo che, [con la modifica, ndr], se uno vuole destinare porzioni già previste come abitazioni, quindi addirittura già accatastate come tali, ha la possibilità di poterlo fare senza fare un Pec (piano di edilizia convenzionata, ndr). Prima si poteva comunque realizzare…, ma era sbagliato il concetto, perché come si fa a realizzare un Pec quando fai un cambio di destinazione d'uso senza opere? In pratica è come se fosse una correzione di una norma di piano regolatore che lo rende attuabile (…)".
"La residenza è inferiore – ha ancora aggiunto Abellonio –, sia come valore che come oneri all’ufficio, ma anche il valore delle residenze è inferiore a quello che sono gli uffici".
Il primo cittadino ha quindi sottolineato di "non avere nemmeno mai pensato all’ipotesi di variare la destinazione d’uso del proprio immobile", rimarcando di aver sempre tenuto, nei suoi undici anni di impegno in Comune, da consigliere prima e da sindaco ora, un profilo di massima correttezza, volto a evitare qualsivoglia conflitto.
"Il tema di questa variante – ha ancora spiegato tornando nel merito – era già stato sollevato con la precedente amministrazione, quando ci fu il fallimento dell’impresa che fece il lavoro. Si era già presentata una domanda affinché si andasse a modificare questa criticità. Cosa che poi non fu fatta perché non arrivo mai il parere legale da parte del curatore fallimentare (…)".
Argomenti che non hanno evidentemente convinto la minoranza. Allo scontato voto contrario degli esponenti di Uniti per Alba si è però aggiunta l’inattesa astensione dei rappresentanti presenti in aula per il gruppo di maggioranza "Alba Liberale", che esprime il vicesindaco Carlotta Boffa: il presidente del Consiglio comunale Domenico Boeri coi consiglieri Nadia Gomba e Olinto Magara (era invece assente Sebastiano Cavalli). La delibera è così passata con 10 voti favorevoli, compreso quello del primo cittadino, contro 9 contrari.
La stessa opposizione ha già annunciato per i prossimi giorni la convocazione di una conferenza stampa con la quale intende tornare sul tema.
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