È stata inaugurata questa mattina, in via Corte d’Appello 10, la sede territoriale di Cassa Depositi e Prestiti. Con l’obiettivo di rafforzare l’impegno nel Nord-Ovest, e in particolare in Piemonte e Valle D’Aosta, la sede è localizzata in una posizione strategica del centro di Torino.
La sede di Cdp si pone come obiettivo quello di essere un nuovo punto di accesso e riferimento in grado di supportare oltre 12.600 imprese e oltre 1.300 enti pubblici. Negli uffici, a regime, lavoreranno 12 risorse. L’offerta prevede finanziamenti, garanzie, venture capital e private equity, oltre alla consulenza finanziaria e progettuale.
A spiegare le ragioni che hanno spinto Cassa Depositi e Prestiti ad aprire una sede a Torino è il presidente, Giovanni Gorno Tempini: “Ritornare qui oggi è emozionante, noi nasciamo qui. Perché Torino? Abbiamo avviato un piano per avere sedi diversificate in Italia. È stato ritenuto che questo fosse un passaggio importante per rafforzare il dialogo e intercettare le esigenze della PA e delle imprese. Per Torino avere una sede della Cdp sarà un volano per sviluppare attività fondamentali per la ripresa del paese”.
“Le parole chiave per noi? Crescita, innovazione e internazionalizzazione. Siamo qui grazie a una stretta collaborazione con le fondazione bancaria. 170 anni di storia, ma non ci manca la voglia di fare” ha concluso Giovanni Gorno Tempini.
Soddisfatta anche Chiara Appendino, sindaca di Torino: “Un anno fa abbiamo firmato un protocollo che annunciava una serie di azioni, questa mattina abbiamo completato tutti i punti: supporto finanziario nei confronti degli enti locali, supporto alle infrastrutture con il finanziamento della metro 2 per esempio, la valorizzazione degli immobili come avvenuto nel caso dell’ex Moi e supporto alle imprese”.
Gli ingredienti di questo successo? Per la prima cittadina sono la “condivisione degli obiettivi, le competenze e professionalità, e le risorse economiche: sono elementi che servono ad affrontare le sfide e a portare a casa risultati”.
Di certo, lo sforzo di Cdp non si concentrerà solo su Torino, ma avrà un respiro più ampio su tutto il Nord-Ovest e in particolare sul Piemonte. Ne è consapevole Andrea Tronzano, assessore al Bilancio Regione Piemonte: “La sede ha Torino ha una valenza importante. Sono convinto che dentro di noi ci sia la grande volontà di ascoltare e poi di agire: la politica industriale e la classe dirigente non si inventa in un minuto. Vogliamo diventare una Regione che fa le cose senza aspettare e Cdp darà una mano a questo processo grazie alla forza del credito, vero cruccio delle imprese”.
Con uno sguardo a quanto fatto e uno agli obiettivi futuri, Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cdp, ha ribadito l’impegno di Cassa Depositi e Prestiti a Torino e in Piemonte: “Qui abbiamo lanciato due iniziative di rilievo: il fondo nazionale di innovazione e il protocollo citato dalla sindaca Appendino. Nasciamo come un’istituzione sul territorio, siamo espressione di un capitale paziente che vuole essere dinamico e sostenere persone e infrastrutture”.
“Oggi - ha poi concluso Palermo - siamo pronti a lanciare nuove iniziative a supporto dell’economia locale e del tessuto imprenditoriale, grazie al Patrimonio Rilancio e alle risorse che arriveranno con il Recovery Fund”.
Per Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino, la presenza sotto la Mole di Cdp è importantissima per la crescita del territorio: “Oggi quello che vedo è che tutte le istituzioni hanno voglia di dialogare e fare network. Il terreno è buono ma mancano metodologie e strumenti, mancano le localizzazioni sul territorio. Le istituzioni devono uscire dalla torre d’avorio e dialogare con le persone”.
Chi guarda con speranza all’arrivo di Cdp è Giorgio Marsiaj, presidente Unione Industriale Torino: “Il territorio ha sofferto e continua a soffrire moltissimo, l’automotive ha subito un calo nel mondo del 38%. Una sfida iniziata con prima del Covid, ci sono un milione e duecentomila persone che vivono grazie questo settore. Le nostre aziende vivono di innovazione, altrimenti oggi non sarebbero qui: elettrificazione, idrogeno, guida assistita. Ben venga qui Cdp, questo territorio è caratterizzato dalla manifattura. Lo era ieri, lo è oggi e lo sarà domani. Non c’è alternativa, ma dobbiamo innovare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte: “Siamo in un momento cruciale, abbiamo di fronte un cambiamento epocale. Il momento va affrontato con una visione nuova e strumenti nuovi: il sistema industriale va innovato. Con Cdp potremmo rivolgerci alle piccole e medio imprese, che sono il tessuto importante del settore. È necessario fare sistema”.
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