In Francia, il Primo Maggio profuma di mughetto. È lui il protagonista discreto ma tenace della Festa dei Lavoratori: lo si incontra ovunque, sorridente tra le mani dei passanti, sulle bancarelle improvvisate agli angoli delle strade, nei mercati, nei cortei. Una vera e propria invasione gentile di campanellini bianchi che raccontano, in silenzio, una storia antica e affascinante.
Tutto comincia nel 1561, quando il re Carlo IX decide che il primo giorno di maggio va celebrato con un gesto poetico: regalare un rametto di mughetto alle persone amate e a chi ha condiviso con noi l’inizio della bella stagione. Un piccolo dono, un grande simbolo. Da lì, la tradizione sboccia e continua a fiorire secolo dopo secolo.
Ma il mughetto non è solo fiore di corte. Anche la leggenda cristiana vuole dire la sua: si narra che San Leonardo, dopo una dura lotta contro il demonio, vide il suo sangue cadere a terra e trasformarsi in quei fiorellini candidi. Un miracolo botanico, un segno di speranza e rinascita.
E poi c’è il colpo di scena teatrale: nel 1895, il celebre chansonnier Félix Mayol arriva a Parigi con un mughetto appuntato sulla giacca, regalo dell’amica Jenny Cook.
Fino ad allora, gli uomini portavano una camelia sulla redingote: ma Mayol porta con sé una ventata di novità e conquista il pubblico. Da quel momento, il mughetto sale in palcoscenico… e non scende più.
Non manca neanche una nota rivoluzionaria: pare che la vendita libera dei mughetti per strada affondi le radici ai tempi della Rivoluzione, grazie a Claude-François de Payan, vicino a Robespierre. Un fiore libero, insomma, come il pensiero.
E così, tra profumo di primavera e memoria storica, la Francia rinnova ogni anno il suo appuntamento con il mughetto. Un piccolo fiore, un grande simbolo di amore, di speranza… e di lotta.
Buon Primo Maggio a tutte e tutti, con un sorriso e, perché no, un rametto di mughetto nel taschino!
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