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Politica | 18 agosto 2020, 07:42

In un anno cambiati i rapporti di forza nel centrodestra

La Lega di Salvini perde 12 punti rispetto all’agosto del 2019, mentre Fratelli d’Italia quasi triplica i consensi. Forza Italia stabile. Nel Cuneese, d’ora in poi, a dare le carte vorrà sempre più essere il partito di Giorgia Meloni

In un anno cambiati i rapporti di forza nel centrodestra

In un anno i rapporti di forza nel centrodestra sono notevolmente mutati.

Premesso che i sondaggi valgono per quel che valgono, non si può non osservare come il quadro politico, dall’agosto 2019 ad oggi, abbia subito radicali cambiamenti sotto vari aspetti. 

L’ultima rilevazione di Youtrend, raffrontata a distanza di un anno, evidenzia infatti come la Lega di Matteo Salvini perda oltre 12 punti nei sondaggi.

Nell'agosto 2019 il Carroccio (allora si poteva ancora chiamarlo così, considerato che la modifica statutaria non era ancora avvenuta, ndr) condivideva responsabilità di governo col Movimento 5 Stelle e veleggiava oltre il 35%, con previsioni ottimistiche che lo davano proiettato verso il 40%.

Oggi la Lega viene indicata intorno al 24,6%, con oltre 12 punti percentuali lasciati sul campo.

Ciò non toglie che il partito di Salvini resti la prima forza politica italiana.
Forza Italia rimane stabile, decimale più decimale meno, intorno al 7%.

Chi invece compie un considerevole balzo in avanti – stando sempre alle rilevazioni di Youtrend - è Fratelli d’Italia, che quasi triplica i voti arrivando a sfiorare il 17%.
In tale situazione quale potrebbe  essere la proiezione di un ipotetico voto politico nel Cuneese a due anni dall’ultima consultazione nazionale?

Le elezioni politiche del 4 marzo 2018 assegnarono i tre i collegi uninominali del Cuneese ad esponenti del centrodestra: Flavio Gastaldi (Lega) al Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Enrico Costa (allora Ncd) all’Alba-Mondovì-Fossano, per i due collegi camerali. Marco Perosino (Forza Italia) si aggiudicò l’unico collegio uninominale senatoriale della provincia.

Tre i deputati espressi sul collegio plurinominale del Piemonte 2: Fabiana Dadone (5 Stelle), Chiara Gribaudo (Pd) e Monica Ciaburro (Fratelli d’Italia), subentrata dopo la rinuncia di Guido Crosetto.

Due i senatori eletti sul collegio plurinominale del Piemonte: Giorgio Maria Bergesio (Lega) e Mino Taricco (Pd).
 
Oggi – a maggior ragione dopo l’uscita di Enrico Costa da Forza Italia – difficilmente la ripartizione dei collegi uninominali nel centrodestra assegnerebbe ancora due posti “sicuri” su tre a Forza Italia.

Nella migliore delle ipotesi FI potrebbe salvarne uno, ma perché ciò avvenga servirebbe un intervento a gamba tesa di Silvio Berlusconi.

Se poi si consumasse lo scisma di Alberto Cirio, Marco Perosino e Franco Graglia, l’ipotesi cadrebbe automaticamente.

Premettiamo che queste considerazioni sono frutto di ragionamenti ad alta voce a metà agosto e non supportati da alcun rigore scientifico (per quanto, in politica, sia arduo parlare di scientificità).

Certo è - considerando il mutato quadro politico di cui abbiamo detto e ancor più del quanto mai probabile taglio dei parlamentari - che ben pochi degli attuali otto parlamentari cuneesi possono sperare di salvare i loro scranni.

Se fino allo scoppio dell’affaire “furbetti del bonus Covid” a sentirsi relativamente sicuro poteva essere il giovane deputato e sindaco di Genola Flavio Gastaldi, protetto dal capogruppo e segretario piemontese Riccardo Molinari, oggi nemmeno più lui può godere di questa certezza.

Per tutti sarà un busillis: la loro ricandidatura, a prescindere dalla rielezione, è legata ad un filo esilissimo che loro stessi hanno spezzato votando a favore della legge sul taglio dei parlamentari che il 20 e 21 settembre sarà sottoposta ad un giudizio popolare il cui esito appare scontato.

Vedremo di quale entità sarà l’esito del referendum in una provincia che, essendo periferica, sarà tra le maggiormente  penalizzate in termini di rappresentanza. 

Giampaolo Testa

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