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Politica | 28 luglio 2020, 14:14

A giugno un terzo delle piogge di tutto il 2020: Torino combatte il cambiamento climatico con il "Piano Resilienza"

Nella pratica verranno utilizzati, ad esempio nella costruzione di strade, materiali drenanti o che assorbono meno calore: entro fine 2020 si avranno poi 50 mila alberi in più rispetto al 2016

A giugno un terzo delle piogge di tutto il 2020: Torino combatte il cambiamento climatico con il "Piano Resilienza"

Dal 2000 al 2020 Torino ha registrato ben 40 giorni con temperature di 32° gradi, ben quattordici in più rispetto al ventennio precedente. Dall’8 al 18 giugno sul capoluogo piemontese si sono abbattute delle vere e proprie bombe d’acqua con 250 millimetri di pioggia, circa un terzo del totale annuo di 825 ml di acqua.

Dati forniti dal Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto, durante la presentazione del “Piano di resilienza climatica” adottato oggi dalla Città tramite delibera. L’obiettivo del documento, come ha spiegato l’assessore all’Ambiente Alberto Unia, è definire una strategia di adattamento ai mutamenti con l’adozione di una serie di misure per contrastare l’impatto locale del cambiamento climatico”.

Un documento che verrà usato come strumento pianificatore per costruire la Torino del futuro per cercare di ridurre gli effetti dell’attuale clima, con piogge torrenziali alternati a periodi di lunga siccità. Idee, come ha chiarito l’esponente della giunta Appendino, che verranno tradotte in pratica ad esempio nella costruzione delle strade. “Già la scelta di materiali drenanti come il calcestruzzo a lastrico – ha spiegato - o di coloro chiaro, che assorbono meno calore, ha un effetto. Vogliamo poi ridurre l’utilizzo dell’asfalto, ove è possibile, così come fare microinterventi per creare corridoi ecologici o per rendere il terreno più permeabile”.  

Oltre a questo si prevede di sensibilizzare con campagne informative i cittadini sui corretti comportamenti da adottare in occasione di ondate di calore, sull’identificazione delle aree a rischio allagamento, sui sistemi di allerta per il rischio esondazione e sui sistemi di autoprotezione, così come formare i tecnici comunali. In questi anni poi il Comune ha piantato migliaia di alberi: entro fine anno c’è ne saranno circa 50 mila in più rispetto ad inizio mandato nel 2016.

Negli ultimi trent’anni a Torino – ha spiegato Robotto – ogni decennale si registra un aumento di 0.8 gradi. La frequenza e la forza degli eventi meteorologici estremi è in aumento e anche il capoluogo piemontese, negli ultimi anni, ne ha subito l’impeto con danni significativi alla città. La bontà del Piano di resilienza sta nel non essere fatto in emergenza”.

Approvare un documento di questo tipo, -ha detto la sindaca Chiara Appendino - che vede coinvolti tanti soggetti della città, presuppone un cambiamento culturale, oltreché delle politiche”.  “Le comunità urbane sono chiamate ad essere resilienti, se non lo fanno non guardano al futuro” ha concluso la prima cittadina.

Cinzia Gatti

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