Il ritorno degli asini nella cornice di piazza Duomo? L’ipotesi, sicuramente suggestiva, sarebbe tra quelle sulle quali Comune, Ente Fiera e Giostra delle Cento Torri si stanno confrontando in questi giorni, vista la ferma volontà di confermare quello che rappresenta l’evento principe della "Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba" – il cui stesso programma è in fase di rielaborazione in queste settimane – e la contestuale necessità di trovare una formula con la quale la goliardica disfida tra borghi possa tenersi nel rispetto delle indicazioni riguardanti l’organizzazione degli eventi alla luce degli obblighi di distanziamento sociale.
Vista la difficoltà di organizzare una gara organizzata a favore di un pubblico pagante, in sedi che negli ultimi anni hanno visto alternarsi piazza Cagnasso e piazza Medford, perché non pensare – è il ragionamento – a una formula radicalmente alternativa, e che magari richiami anche nella sua collocazione la tradizione della goliardica sfida con la quale gli albesi vollero farsi beffe degli odiati rivali astigiani?
In questo senso i meno giovani ricordano bene come sino ancora a qualche decennio fa la pista destinata ad accogliere i fantini dei nove borghi cittadini venisse allestita nel cuore della città. E in questa direzione si sta ragionando, con l’idea di una pista che abbracci le piazze Duomo e Rossetti, lungo un anello che al suo centro avrebbe la cattedrale.
Una location che in quanto a scenografia avrebbe certamente un grande impatto per una borghi e fantini in un contesto che, magari ripreso dalle telecamere e trasmesso da maxischermi, .
La Giostra delle Cento Torri ne discuterà a partire dall’incontro che il suo nuovo presidente Luca Sensibile ha convocato per la serata di questo venerdì.
"Quella di tornare in piazza Duomo è effettivamente una delle soluzioni, anche se non è l’unica e detto che dobbiamo fare i conti con tutta una serie di variabili al momento ancora piuttosto indefinite – conferma il presidente –. La prima di queste riguarda è quella relativa al contesto sanitario, che ovviamente viene prima di tutto, e delle linee guida governative sulle manifestazioni di piazza, che erano state annunciate per il 15 giugno ma che ancor non sono state emanate. Al contempo dobbiamo però anche tener conto delle normative sulla sicurezza, molto più stringenti che un tempo, e col fatto che in quella piazza gli spazi non sono così ampi…".
"Tutte queste incognite – prosegue Sensibile – fanno sì che il condizionale sull’organizzazione della manifestazione sia ancora d’obbligo, purtroppo, ma sicuramente la nostra intenzione è quella di fare tutto il possibile per non fare mancare alla Fiera la sua tradizionale manifestazione di apertura, e anche per dare un segnale. In questo senso, posto che dovremo fare conto su minori risorse e col tema del distanziamento sociale, e che quindi dovremo probabilmente tenerla 'a porte chiuse', l’ipotesi piazza Risorgimento sposerebbe la possibilità di tornare in un contesto sicuramente più suggestivo con l’idea di una corsa da riprendere e videotrasmettere attraverso schermi e canali digitali".
Riflessioni alle quali, in modo per molti versi analogo, si accompagnano quelle legate all’organizzazione degli altri grandi momenti di rievocazione dell’autunno albese. A partire dal "Baccanale", evento capace di portare nella capitale delle Langhe decine di migliaia di persone, desiderose di gustare le specialità gastronomiche portate in piazza dai borghi cittadini.
Ancora Sensibile: "Qui se vogliamo il problema è ancora più complesso, parlando di una manifestazione che per sua natura rappresenta un emblematico esempio di assembramento. I borghi ne sono consapevoli e sono anche i primi a capire che, in un’annata come questa, e prevedendo oltretutto una minore affluenza di pubblico, sarà importante non sovrapporsi all’offerta gastronomica della ristorazione locale, già così pesantemente colpita dal lockdown".
"Per questo - prosegue il presidente – stiamo quindi ragionando su come gli stessi borghi possono invece supportare la Fiera e le attività cittadine animando le piazze con giochi e piccole rappresentazioni, sempre nel rispetto delle direttive sanitarie e di sicurezza che verranno definite. Si tratta di serrare le fila e fare sistema, ma questo i volontari sono i primi a capirlo, e sono i primi a voler dare il proprio contributo. Vedremo."
Eventi e Turismo | 25 giugno 2020, 12:37
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