“Le opere bisogna finirle. Dopo aver completato in un anno dal nostro insediamento l’ospedale di Verduno, che sarà operativo pienamente da luglio, adesso possiamo concentrarci sull’Asti-Cuneo, che il nostro territorio aspetta da più di 30 anni”, ha dichiarato il presidente Alberto Cirio al termine dell’incontro in cui ieri, presso il Castello di Grinzane Cavour, si è fatto il punto sull'autostrada A33. “Siamo pronti ad ascoltare tutti - ha quindi concluso il governatore parlando, al termine dell’incontro, con alcuni esponenti di associazioni ambientaliste della zona - ma non siamo disponibili a perdere neanche più un minuto”.
Al termine della conferenza stampa, è intervenuto ai nostri microfoni anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Marco Gabusi: "La società concessionaria è pronta con le opere propedeutiche e per gli espropri, che valgono 34 milioni di euro. Ricordiamo che la mancata realizzazione di quest’opera, sul piano economico costa alla provincia di Cuneo ogni anno circa 100 milioni di mancati introiti".
Tre, fondamentalmente, le considerazioni del sindaco di Alba Carlo Bo: "La prima: da 30 anni attendiamo quest’opera e, finalmente, dovremmo ora essere al capitolo finale. Tuttavia, non ci sono i soldi per le opere complementari, notizia estremamente negativa: nei mesi scorsi siamo riusciti a recuperare i fondi Crosetto, auspicavamo ci fossero anche questi 100 milioni per opere fondamentali per il territorio. L'ultima notizia, positiva, riguarda invece il fatto che per il tronco B dovrebbero a breve cominciare i lavori, anche se rimane il problema della Strada provinciale 7 per arrivare fino all’ospedale. Conclude infine il primo cittadino albese: "Cancelliamo quello che è stato negli ultimi 30 anni... partiamo con quest’opera e concludiamo nel minor tempo possibile: sarò ottimista quando vedrò le ruspe in cantiere, perché è ora di passare dalle parole ai fatti".
In chiusura, le parole del consigliere regionale di opposizione Maurizio Marello: "Le opere complementari sono andate a farsi benedire. Ben venga che i lavori possano partire in fretta, ma la seconda parte del lotto deve partire subito. Nel 2012 quando abbiamo fatto l’accordo per le opere complementari, rinunciammo al lotto sotto il Tanaro, che valeva 550 milioni, a fronte di una 'compensazione' per il territorio. Oggi la concessionaria non paga più nulla... Tiri fuori almeno i 100 milioni che sono vitali per il territorio".
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Riprese e montaggio di Andrea Olimpi
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