Il tempo, alla fine, ha restituito quello che la pandemia sembrava voler spazzare via, compresi Balon e Libero Scambio. Dopo più di tre mesi di chiusura, Borgo Dora e l'ex magazzino delle pietre comunale sono tornati a riempirsi di vita, facendo tirare un sospiro di sollievo non solo agli organizzatori, ma anche (e soprattutto) agli operatori messi con l'acqua alla gola a causa dei mancati introiti.
In entrambi i mercati, a farla da padrone, sono stati gel igienizzanti (sia sui banchi che all'ingresso), mascherine, controlli e contingentamenti. Norme di sicurezza ampiamente rispettate, nel limite del possibile, con la supervisione costante del personale interno supportato dalla polizia municipale.
Al Balon è sembrato un normale giorno di fine primavera, con pienone di banchi e dehor brulicanti di clienti; non fosse stato per i nastri bianchi e rossi posti in corrispondenza degli otto ingressi previsti, di certo non ci si sarebbe accorti di essere nel bel mezzo di un'emergenza sanitaria, sebbene in fase calante. Domani, invece, la rinascita toccherà al Gran Balon.
C'era grande attesa anche nel vedere come sarebbe ripartito il Mercato del Libero Scambio, da sempre sotto la lente di ingrandimento della politica cittadina e non solo. Anche qui le cose sono andate discretamente bene, con un ordine forse ancora maggiore garantito dalla presenza di vigili in gran numero e da un rigido controllo interno (“se non hai la mascherina, non puoi entrare”).
La novità maggiore del BalùGreen (il nuovo nome dato dalla città al libero scambio) è sicuramente rappresentata dal percorso obbligatorio, con entrata e uscita separate da transenne: “Ci andrà un po' di tempo – spiega il presidente di ViviBalon Salvatore Planeta – e altrettanta fatica prima che le cose si assestino, le nuove abitudini sono da costruire sia per gli operatori che per il pubblico.”
La metà dei posti disponibili (assegnati direttamente in Via Carcano nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì), a proposito, è rimasta da vuota: “Su 400 spazi – prosegue – ne abbiamo assegnati 230: in questi mesi di chiusura ViviBalon si è letteralmente affossata a livello economico; siamo comunque riusciti a resistere: grazie al volontariato e a un gruppo Whatsapp per lo scambio di informazioni non abbiamo nemmeno abbandonato i nostri ragazzi, molti dei quali in grossa difficoltà.”
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