In una lunga intervista concessa alla CNN, Paulo Dybala ha affrontato anche il tema del razzismo. "La mia famiglia mi ha educato in un certo modo, senza fare distinzioni sulla pelle, ma è evidente che non tutti la pensino così e che ci sia un problema".
La Joya ha assunto poi una poszione molto forte: "Penso che dovrebbe essere la Federazione a dover prendere provvedimenti, servono pene più severe. Se non lo fanno, tocca a noi calciatori o agli arbitri agire in prima persona, lasciando il campo o interrompendo la partita".
Alcune occasioni sono state vissute in prima persona dall'argentino della Juve: "Penso a Balotelli o Pjanic contro il Brescia, ma anche a Kean a Cagliari - ha continuato l'attaccante - Allegri e Bonucci sbagliarono le parole da utilizzare: non sono assolutamente razzisti, ma in casi come questi bisogna stare attenti al messaggio che si manda".
Dybala è stato uno dei primo sportivi ad aderire, dopo la tragedia di George Floyd negli Stati Uniti, alla campagna social in cui sulla propria pagina facebook, instagram o twitter si è deciso di caricare un'immagine completamente nera. Immagine accompagnata da una didascalia "Black Lives Matter" e dall'hashtag #BlackOutTuesday.
Infine, il numero 10 bianconero ha parlato del suo futuro: "Ho ancora un anno e mezzo di contratto: non è tanto, ma per il momento non c'è nulla con la Juve per quel che riguarda il rinnovo". Dybala ha detto di essere felice a Torino, "ma tutto dipende dalla Juve", ha aggiunto.
"L'anno scorso sono rimasto: mi avevano cercato Manchester United, Tottenham e Psg, ma sono rimasto per non lasciare un brutto ricordo dopo una stagione per me negativa".
Voci di mercato lo hanno accostato al Barcellona. "E' un club straordinario, con Messi ancora di più, ma anche la Juve è una grande squadra", si è limitato a dire l'argentino. "Qui ho la fortuna di giocare con Buffon e Ronaldo".
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