Il campionato del Toro si era fermato in una sera di fine febbraio a Napoli, dopo l’ennesima sconfitta e l’ennesima prestazione incolore. Poi qualche giorno di lavoro al Filadelfia, per preparare una partita che mai avrebbe giocato, complice lo stop determinato dal coronavirus, ma ora si avvicina il momento della ripresa. E c’è poco da stare allegri, pensando al compito che attende Moreno Longo.
Il tecnico granata si giocherà una buona fetta di salvezza in appena 72 ore, il tempo che trascorrerà tra la sfida contro il Parma (sabato 20 giugno) e quella successiva contro l’Udinese (martedì 23). Due partite da giocare all’Olimpico Grande Torino ma senza il supporto della Maratona e dei tifosi, viste le porte chiuse. E se questo, paradossalmente, potrebbe non essere un problema, visto quanto poco abbia funzionato il fattore campo, in questa disgraziata stagione, con molti elementi che hanno dimostrato di patire le pressioni di un ambiente e di un pubblico (giustamente) esigente, per l’uomo chiamato a raccogliere dal 4 febbraio l’eredità di Mazzarri la permanenza in serie A rischia di diventare ancor più complicata, alla luce dell’emergenza infortuni.
Negli ultimi giorni hanno lavoro a parte, con sedute personalizzate, sia Ansaldi che Meite, con le condizioni del primo che destano qualche preoccupazione per quanto concerne il suo totale recupero. Un bel problema per il centrocampo granata, il reparto già tecnicamente e numericamente meno ricco della rosa. In più, a complicare ulteriormente le cose, ci si è messo di mezzo il grave infortunio patito domenica scorsa da Baselli. La distorsione al ginocchio destro accusata dall’ex atalantino ha causato purtroppo una lesione del legamento crociato anteriore, con la necessità di dover ricorrere all’intervento chirurgico.
Baselli finirà sotto i ferri domani, lunedì 8 giugno, presso la clinica Toniolo di Bologna e per lui sarà giù un successo tornare in campo prima della fine del 2020. Senza il suo uomo d’ordine del centrocampo, che aveva subito già un serio infortunio prima di Natale, rientrando solo nelle ultime settimane prima della sosta, il Toro si ritrova in assoluta emergenza, con Longo che sarà forse costretto ad adattare il jolly Berenguer a interno piuttosto che dare spazio a qualche giovane della Primavera. E così, una volta di più, vengono al pettine i nodi di un mercato di gennaio inesistente, in cui ad un Toro già in difficoltà, non venne regalato alcun acquisto, anzi la società diede il là a quattro cessioni.
E adesso, con una rosa piuttosto corta e con la prospettiva di affrontare un mini tour de force, giocando ogni tre giorni da qui al 2 agosto, bisognerà prima di tutto sperare che l’infermeria non conti nuove presenze, altrimenti la strada che conduce alla salvezza, già difficile, diventerebbe irta coma la scalata di un passo di montagna.
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