Quale futuro per l’ospedale Padre Antero Micone di Sestri Ponente? Che cosa succederà, una volta passata l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus?
Nelle scorse settimane, su questo tema, è partita una interpellanza al sindaco di Genova, Marco Bucci, da parte del Municipio VI Medio Ponente, che è stata votata a maggioranza. Il tema è poi approdato oggi in Consiglio Comunale, attraverso la mozione numero 66, che è stata presentata in Sala Rossa (anche oggi ci si è riuniti attraverso la modalità della teleconferenza, ma dovrebbe essere una delle ultime volte online) dai consiglieri del Partito Democratico: la capogruppo Cristina Lodi e i colleghi Stefano Bernini, Alberto Pandolfo, Alessandro Terrile e Claudio Villa.
Con questo testo, i consiglieri dem impegnano il sindaco e la giunta comunale “ad attivarsi presso la Regione Liguria affinché le autorità sanitarie preposte lavorino per riportare l’ospedale Padre Antero Micone allo stato precedente alla pandemia e informare il Consiglio Comunale se esiste un piano sanitario per il post-emergenza Covid-19 che riguardi lo sviluppo di tale presidio”.
Non mancano, infatti, le voci circa un ridimensionamento degli ospedali cosiddetti ‘periferici’, che pure hanno punte di eccellenza, specialmente in alcuni reparti. Mai come negli ultimi mesi, però, si è visto quanto sia fondamentale la presenza e soprattutto il buon funzionamento della sanità a livello territoriale.
I consiglieri del Partito Democratico ricordano che “a fronte del ‘Piano incrementale azioni urgenti’ predisposto da Alisa per favorire il contenimento dell’epidemia di Coronavirus, in data 13 marzo sono state avviate le attività per la trasformazione dell’ospedale Micone in centro dedicato ai pazienti Covid e che in data 16 marzo l’ospedale è stato interamente dedicato a questo scopo, con conseguente trasferimento dei reparti esistenti in altre strutture sanitarie. Lo spostamento tra varie strutture sanitarie ha comportato, di conseguenza, il trasferimento del personale del Padre Antero ad altre destinazioni, in particolar modo il personale infermieristico. Eppure, prima della sua trasformazione, l’Ospedale Padre Antero ospitava svariati servizi sanitari come Day Surgery, Day Hospital e reparti di eccellenza come Oculistica, Cardiologia, Chirurgia della mano, Otorinolaringoiatra, Cardioaritmologia, che proprio da Alisa era riconosciuta tra le quattro di terzo livello in Liguria”.
A seguito di tale nuova situazione, si legge nella mozione, “anche il punto prelievi è stato chiuso, riversando tutti i prelievi sull’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena e portando i cittadini a doversi spostare con maggiori distanze, con conseguente aumento della permanenza fuori dalle proprie abitazioni. Inoltre, c’è da considerare che il Pronto Intervento di Sestri Ponente smaltisce circa ventimila accessi all’anno, che in caso di chiusura si riverserebbero sul Pronto Soccorso di Villa Scassi”.
Ora però l’emergenza sanitaria è in netta fase calante, quindi i consiglieri del Pd chiedono prospettive sul futuro, considerando che “allo stato attuale l’ospedale Padre Antero non è più considerato un presidio per il ricovero dei pazienti infettati dal Covid 19 e, finita la fase critica, l’ospedale dovrebbe quindi ritornare alla sua funzione di presidio del territorio. Alcuni reparti, Cardiologia e Medicina e Oncologia, sono stati riattivati nella loro sede sestrese, ma allo stato attuale la struttura risente della mancanza del personale, in particolar modo quello infermieristico, per la copertura dei turni lavorativi. Inoltre, sempre allo stato attuale, il progetto per l’assegnazione della progettualità/costruzione dell’ospedale sulla collina degli Erzelli si è bloccato, e non pare esserci speranza per il futuro di vederlo ripartire. Esiste di fatto la preoccupazione, in larga parte della cittadinanza, della possibilità di dismissione totale del Padre Antero e ci giunge anche il dubbio che le apparecchiature mediche di diagnostica presenti all’interno del Padre Antero, spente improvvisamente a causa dell’emergenza, e dopo un periodo di fermo, possano aver subito danni”. Ecco perché i rappresentanti del centrosinistra chiedono alla Regione Liguria, attraverso il tramite del sindaco di Genova, tutta una serie di chiarimenti.
La mozione, non senza polemiche, è stata bocciata dalla maggioranza: 21 contrari e 16 favorevoli. Secondo l’assessore Fassio, infatti, la mozione era da considerare superata, in quanto già il giorno prima erano giunti chiarimenti in merito da parte della Regione. Ma, di fatto, “in questo modo la maggioranza ha votato contro la sanità pubblica”, commenta Cristina Lodi.
Intanto, sempre a Tursi, si è svolta ieri la Commissione Consiliare Welfare, alla quale ha partecipato l’assessore regionale con delega alla Sanità, Sonia Viale. In questa sede, si è parlato dell’ospedale Evangelico San Carlo di Voltri, pure questo interessato, nei mesi scorsi, dalla trasformazione dei reparti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Il capogruppo di Italia Viva a Palazzo Tursi, Mauro Avvenente, informa: “Ho posto la domanda relativa alla ripresa della piena attività dell’ospedale Evangelico San Carlo di Voltri. L’assessore Viale ha garantito che l’ospedale sta riprendendo le attività con alcune migliorie da apportare al reparto di Medicina circa gli aspetti relativi al miglioramento delle stanze e degli impianti dei gas biomedicali. Ortopedia, Ostetricia e Centro Nascite sono già riavviati. Verificheremo cosa avverrà nei prossimi giorni”.
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