Il Nazionale

Cronaca | 24 maggio 2020, 16:02

Ancora tragedie in alta quota: muoiono uno scialpinista a Balme e un escursionista a Locana mentre faceva canyoning

Altri quattro escursionisti sono stati invece salvati dal Soccorso Alpino, rispettivamente, a quota 2850 del colle della Ramiere, in val di Susa, a Locana, a Viù e a Condove. In alcuni casi sono intervenuti anche i vigili del fuoco

Ancora tragedie in alta quota: muoiono uno scialpinista a Balme e un escursionista a Locana mentre faceva canyoning

Con il primo fine settimana di lockdown è aumentato il numero di persone che ha scelto di passare qualche ora all'aria aperta, tra gite ed escursioni. Ma in proporzione è cresciuto anche il lavoro per gli operatori del Soccorso Alpino, che sono stati impegnati in poche ore in molte operazioni di soccorso. E purtroppo, dopo il decesso di Giovanni Ruffino, avvenuto sabato sul versante settentrionale della cresta che congiunge il monte Francais Pelouxe e il monte Pelvo, altre due vittime si aggiungono al bilancio di un weekend davvero difficile.
Nel primo caso si tratta di uno scialpinista che questa mattina era impegnato nella zona di Balme, quando improvvisamente è precipitato dalla cima della montagna sul lato est, verso l'Italia. La chiamata di soccorso è stata effettuata intorno alle 11 da una persona che ha assistito all'incidente ed è scesa a valle per trovare rete telefonica.
E' stata immediatamente inviata un'eliambulanza del 118 che ha individuato la salma circa 100 metri sotto la punta della montagna. L'equipe ha potuto però soltanto constatare il decesso. Il corpo è stato recuperato e consegnato ai Carabinieri per le operazioni di Polizia giudiziaria. Dalle prime ricostruzioni, dovrebbe trattarsi di un 50enne residente a San Maurizio Canavese.

La seconda persona a perdere la vita, invece, è rimasta coinvolta in un incidente nella zona del vallone di Piantonetto, a monte dell'abitato della frazione Rosone di Locana. Stava affrontando insieme a un altro escursionista una discesa con la tecnica canyoning in un torrente, quando la situazione è sfuggita al controllo dei due. Sul posto sono arrivati gli uomini del Soccorso Alpino, ma mentre una persona è stata recuperata quasi subito, per la seconda si è temuto il peggio a causa delle condizioni del torrente, il cui corso è piuttosto accidentato e in piena. Il corpo del disperso è stato individuato successivamente ed è stato definito in condizioni "non compatibili con la vita".

Al Colle della Ramiere, invece, nel Comune di Sauze di Cesana in alta valle di Susa, i soccorritori sono intervenuti per prestare aiuto a uno scialpinista che è caduto procurandosi una sospetta frattura femore mentre si trovava intorno a quota 2850 metri. L'allarme, in questo caso, è scattato alle 8.45. Anche qui si è reso necessario l'intervento dell'eliambulanza 118.
Durante il volo di rientro, però, il tecnico del Soccorso alpino a bordo nota dei reperti abbandonati alla base di una valanga non recente. Riesce a recuperare un casco con attaccata una telecamera che viene consegnata ai carabinieri. I video contenuti non risultano interessanti, ma con l'elicottero dei Vigili del Fuoco viene portata sul posto una squadra mista Soccorso Alpino civile e Soccorso Alpino della Guardia di Finanza. Viene bonificata la valanga con tecnologia Artva ed effettuando il sondaggio senza alcun ritrovamento. Alle ore 14.30 le squadre rientrano a valle con gli sci.

A Punta Ondezana, nella zona di Locana, è invece precipitata una scialpinista. In questo caso l'allarme è stato lanciato intorno alle 10. L'elisoccorso è arrivato e ha recuperato la donna, affidandola alle cure dei medici. Recuperate in queste ore anche altre due persone con sospette fratture alle gambe nel Vallone del Rio Toglie, Comune di Viù e presso il Santuario della Vaccherezza, comune di Condove. In entrambi i casi è intervenuta l'eliambulanza 118.

Intorno alle 13, poi, la Centrale operativa è stata chiamata per un minore con sospetta morsicatura da parte di una vipera lungo il sentiero della ferrovia Decauville al lago di Malciaussia, Usseglio. Anche lui è stato recuperato dall'eliambulanza 118 e affidato ai medici.

Una sequenza di difficoltà che ha colpito e che ha generato commenti. "Lo diciamo da sempre - spiegano Marco Bussone, presidente nazionale Uncem e Lido Riba, presidente della Delegazione regionale -: la montagna non uccide. Chi la frequenta, chi pratica attività sportiva, ludica, outdoor, deve rispettare i propri limiti, di preparazione in primo luogo, e rispettare il livello di rischio delle stesse aree montane. Da conoscere prima di partire di casa. La montagna ha precisi limiti che vanno colti. Anche limiti di fisici di accoglienza, che non si possono derogare".

Antonio De Rossi, architetto, docente del Politecnico di Torino, ideatore della rete Riabitare l'Italia aggiunge: "Oggi il più grande assalto alle montagne piemontesi che si ricordi a memoria d'uomo dal 1975 - scrive l'Architetto di San Secondo di Pinerolo -. Forse sarebbe opportuna una riflessione e una qualche progettualità politica. Metromontana". "Riflessione che dobbiamo, vogliamo fare, che deve vedere i Comuni attenti e le Unioni montane capaci di programmare e definire strategie. Ci stiamo lavorando. Ma come prima cosa oggi occorre ringraziare le donne e gli uomini di Soccorso Alpino, 118, Forze dell'Ordine per il grandissimo, instancabile lavoro svolto", sottolineano Riba e Bussone.

redazione

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