Il Nazionale

Eventi e Turismo | 17 maggio 2020, 17:56

La musica del Village non la spegne nemmeno il virus. «Faremo qualcosa di nuovo ma l'anima sarà la stessa. Una data? Scommetto su inizio luglio»

Daniele Lamperti, proprietario della discoteca all'aperto sul lago di Varese: «I giovani ti tirano fuori "il diavolo" ma lasciano un'impronta indelebile, la cosa più bella è vederli godere e divertirsi. All'inizio lo faremo in maniera diversa, da seduti con la musica in sottofondo. Ma l'attesa e il sogno di baciare una ragazza saranno gli stessi»

La musica del Village non la spegne nemmeno il virus. «Faremo qualcosa di nuovo ma l'anima sarà la stessa. Una data? Scommetto su inizio luglio»

«Mi manca vedere l'arrivo delle persone dalla provinciale del Lago, la spensieratezza e l'allegria dei ragazzi o della gente che studia e viene qui a sbattersi per darci una mano durante le serate. Lavorare in discoteca ed essere a contatto con i giovani è faticoso ma impagabile: tirano fuori "il diavolo" che è in te, ma danno tutto e ti lasciano un'impronta indelebile»: Daniele Lamperti è il proprietario del Village, la disco estiva sul lago di Varese nata per passione dall'azienda Duroplast di Cocquio fondata dal nonno Alfio (le regole imprenditoriali e la serietà sono le stesse) e chiusa dal primo giorno dell'emergenza. 

Daniele non sa quando riaprirà ma trasmette una carica e una voglia uniche, le stesse che qui, all'aria aperta in riva al lago di Varese, abbiamo sempre respirato nelle serate più belle del Village. «Sono positivo, anche perché ho una grande persona accanto a me (mentre parliamo, la sua compagna Fulvia sta sistemando la spiaggia incastonata tra l'acqua e il verde). Gestire i ragazzi è difficile, ma entra nell'anima: la prima mezz'ora facciamo entrare le ragazze a un euro e quelli svegli si fanno trovare in modo "strategico" all'ingresso allo stesso orario. Quando mi accorgo della coda fuori dal locale e poi li vedo saltare e godere sotto il tendone, penso che non possa esistere cosa più bella per me: vedere i giovani felici è la mia più grande soddisfazione». 

«Lo spirito del Village - prosegue Daniele - è quello di ritrovarsi e divertirsi tra "bella gente" che rispetta le regole: non andrà perso. Faremo un locale un po' diverso per iniziare, magari oltre ai soliti controlli all'ingresso aggiungeremo anche il termoscanner, ma lo spirito sarà lo stesso. Spazio e magia ci sono, costruiremo qualcosa di nuovo».

Diverso come? «Prima capiamo i protocolli e le dinamiche in cui potremo muoverci, poi ci adegueremo con le nostre idee: intanto andiamo avanti con il ristorante griglieria e hamburgheria, dove cuciniamo solo carne nostra. Aveva 65 posti dentro e 80 fuori da rimodulare in base alle nuove regole. Per ora è d'asporto e delivery, ma riaprirà al pubblico seguendo le misure di sicurezza. Aspettiamo anche di poter riaprire l'Apetit al Belvedere di Azzate, dove abbiamo dieci tavolini e lo street food».

Ma torniamo al Village... «Guardate quanto spazio e quanta magia ci sono attorno al lago, li sfrutteremo al meglio perché restano un'opportunità unica. Riapriremo easy, partendo con un lounge bar e con la musica di sottofondo curata da Andrea Festa, dj che ci accompagna dal primo giorno, staremo seduti magari su divanetti e amplieremo dove possibile l'orario. Non potremo creare assembramenti, distanzieremo i piccoli gruppi ma proveremo a fare battere il cuore di chi arriva, come prima. Non sarà subito una discoteca come quella a cui eravamo abituati: il contatto - e magari la voglia di provarci con le ragazze e baciarle - all'inizio non ci sarà. Ma ci saranno l'attesa e il sogno di poterlo fare. Passeremo noi i cocktail, muniti di tutte le protezioni, e ho idea di utilizzare anche una cannuccia per bere che poi potrà essere gettata insieme al bicchiere».

Il Village quest'anno avrebbe riaperto il 29 maggio per arrivare a fare "il triplete", e festeggiare i dieci anni d'apertura, anche con le serate del 30 e dell'1 giugno, storica data dell'inaugurazione annuale.
«Non è vero che la discoteca non è una priorità, e non parlo solo delle 50mila persone che lavorano nei locali d'Italia o delle altre 30mila dell'indotto, tra pr e fornitori, oppure del fatto che in Romagna e nel Salento il turismo è legato alle discoteche: penso ai ragazzi che non escono da quasi tre mesi e hanno bisogno di evadere, ritrovarsi e ritrovare i loro riti ed essere liberi, in sicurezza, come qui e non solo qui è sempre accaduto. Questa non è casa mia ma casa loro, e continuerà ad esserlo: magari invece di fare due date, saranno cinque. All'inizio staranno seduti invece che in piedi, ma la musica del Village suonerà ancora. Quando? Io scommetto su inizio luglio».

Come aiutare veramente le discoteche? «Se a Ibiza e in Spagna sono pronti a riportare nei locali i turisti, anche italiani, da quando riapriranno le frontiere, noi non possiamo puntare semplicemente a far rimanere tutti i nostri giovani quest'estate in Italia con le discoteche magari ancora chiuse. Facciamoci trovare pronti anche noi e prendiamo esempio da chi è un simbolo del divertimento».

Magari saranno gli ultimi a riaprire, ma spesso gli ultimi sono anche i migliori. Come nel caso di Daniele e del suo Village: vero, ragazzi?

Andrea Confalonieri

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