Il conto alla rovescia è quasi terminato: lunedì 4 maggio, anche a Torino, partirà la fase 2 dell'emergenza coronavirus. Una delle componenti più importanti, e più delicate, riguarda il trasporto pubblico locale: il piano di Gtt prevede un ripristino piuttosto consistente del servizio, che dal 52% attuale passerà all'82 rispetto a quello ordinario con l'impiego di 1.150 conducenti e 615 mezzi.
La ripartenza punterà sull'estensione delle corsie riservate, delle priorità di passaggio e sul rinnovo della flotta: una delle novità più importanti è rappresentata dalla collaborazione con i mobility manager di oltre 70 aziende con l'obiettivo di creare una rete, da affiancare a quella di base, per favorire il flusso dei lavoratori.
Su tutti i mezzi pubblici, inoltre, l'uso delle mascherine e il distanziamento di almeno un metro tra le persone saranno obbligatori mentre la sicurezza verrà garantita da una costante attività di monitoraggio dalla centrale operativa (con l'eventuale inserimento di corse aggiuntive) e dall'impiego di personale a terra con compiti di informazione, vendita e controllo (in collaborazione con polizia municipale e vigilanza privata).
I cambiamenti coinvolgeranno anche la metropolitana, con corsie riservate e sensi unici appositamente segnalati per consentire lo smaltimento in sicurezza dei flussi di passeggeri anche grazie a una progressiva automazione, e la vendita dei titoli con l'estensione della possibilità di pagare con carte di credito: gli abbonamenti, in particolare, potranno essere acquistati soltanto con l'e-commerce, mentre i centri di assistenza verranno gradualmente trasformati in servizi clienti.
L'assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi, intervenuto sulla questione, ha chiesto chiarimenti al governo: "Non possiamo - ha commentato - pensare che le aziende siano responsabili dei controlli a bordo dei mezzi, così come non è ancora chiaro chi si accollerà l’extra costo dovuto alla mancata bigliettazione per la ridotta capienza. In questa fase non possono essere lasciate da sole, abbiamo chiesto 600 milioni ma non ci sono state certezze dal ministero".
Critico anche il disability manager della Città di Torino Franco Lepore: "Le persone con disabilità - ha dichiarato - sono state dimenticate e l'amministrazione non mi ha coinvolto, sarebbe opportuno riorganizzare i servizi in base alle diverse forme di autonomia e mobilità di ognuno".
"Avrei suggerito di destinare una determinata porta e un determinato sedile per l’accesso dei ciechi sui mezzi pubblici e avrei proposto di avviare una campagna di comunicazione preventiva con le associazioni”.
Non soddisfatte, invece, le organizzazioni sindacali del settore, che ritengono "inefficace, per la tutela della salute dei lavoratori, la pulizia del posto guida così come prevede la procedura aziendale, che oltretutto espone il conducente alla insofferenza dei viaggiatori che, dopo aver atteso un mezzo pubblico che avrà una capienza limitata dovranno anche attendere per il tempo necessario a una improduttiva sanificazione del posto guida, in loro presenza, a ogni fermata che vedrà un cambio turno dell'autista".
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