Il Nazionale

Cronaca | 02 maggio 2020, 17:50

Silvio Pautasso, ex professionista dell’animazione: “Noi primi smartworker e precari. Vi racconto la mia ‘ La gabbianella e il gatto’”

Dalla stretta collaborazione con Bruno Bozzetto alla chiusura dello studio qualche anno fa. Nato a Nichelino: "Dopo 40 anni ho deciso di voltare pagina. La trasposizione dell'opera di Sepulveda rappresenta un momento unico del cinema di animazione italiano"

Silvio Pautasso, ex professionista dell’animazione: “Noi primi smartworker e precari. Vi racconto la mia ‘ La gabbianella e il gatto’”

Silvio Pautasso, 64 anni, professionista dell’animazione e ristoratore. Questo fino al 2018 quando decide di vendere il ristorante “Sarvanot” di Castellar e chiudere lo studio di animazione.

“Dopo 40 anni ho deciso di girare pagina – spiega Pautasso – E mentre stavo ancora ragionando su cosa fare da grande è arrivato questo virus. Ora passo le giornate a seguire i nipoti nelle faccende scolastiche.”

Nasce a Nichelino e negli anni ’80 si trasferisce nel cuneese in Valle Bronda. Inizia giovanissimo la sua carriera nell’ambito dell’animazione. Carriera strettamente legata a Bruno Bozzetto, animatore, disegnatore e regista italiano, l’artefice – qualcuno lo ricorderà – del Signor Rossi, parodia dell’italiano travolto dal cinismo della nuova civiltà dei consumi figlia del boom economico.

La collaborazione con Bozzetto comincia nel 1976 con “Allegro ma non troppo”.

“Nel 1976 (a 22 anni ndr) – scrive Silvio Pautasso in un post della pagina personale di Fb -  mi recai a Milano per conoscere Bozzetto. Portavo con me alcune animazioni. Bozzetto restò incuriosito dalla tecnica. Decise quindi di fare la stessa cosa con un'animazione del Signor Rossi per ‘Allegro ma non troppo’".

E così l’idea di Pautasso fu “comprata” per poi essere realizzata da Giorgio Valentini (futuro maestro e poi socio di Pautasso) nel lungometraggio.

Una collaborazione con Bozzetto che dura qualche decennio tra produzioni legate  soprattutto al mondo della pubblicità. Fino al 2000 quando la “Studio Bozzetto & Co” chiude i battenti. Nel 2001 Pautasso e Valentini fondano un nuovo studio e continuano con produzioni legate al mondo della pubblicità con una piccola parentesi con "Uffa! che Pazienza", serie animata basata su "Favole" di Andrea Pazienza.

Ma la storia di Pautasso è anche legata alla realizzazione de “La gabbianella e il Gatto”. Film di successo del 1998 basato sul romanzo “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” del recentemente scomparso Luis Sepulveda, morto a 71 anni positivo a Covid-19. Di questo film Pautasso è stato responsabile delle animazioni.

“Non ho ricordi particolari di Sepulveda
 – ci spiega – Il nostro compito era legato alle animazioni, non tanto alla scrittura. Lo abbiamo incontrato in qualche occasione, ma sono passati molti anni e al momento non ho ricordi particolari.”

“Quello che so è che ‘La gabbianella e il gatto’ rappresenta un momento unico del cinema di animazione italiano – continua – “‘Allegro ma non troppo’ era stata l’ultima produzione italiana nell’ambito del cinema di animazione. Poi c’è stato un buco di almeno 20 anni dove non si è più investito su produzioni locali, a differenza di altre nazioni come il Belgio e la Francia. Ma ci tengo a precisare che non ci sarebbe stata nessuna ‘La gabbianella e il gatto’ senza ‘La freccia azzurra’”.

A inizio anni ’90 la Lanterna Magica (inizialmente cooperativa piemontese che lavorava in ambito scolastico con i bambini dell’asilo e le elementari fondata da Ezio D’Alò e Maria Fares) contattò Pautasso per la realizzazione di un “Pilota” animato de “La freccia azzurra” tratta dall’opera di Gianni Rodari.

“La Rai si rifiutò di investire in questo progetto – ci racconta Pautasso – Così si cercarono investitori esteri e alla fine si riuscì a realizzare un lungometraggio animato italiano. Fu come attraversare l’Atlantico con un zatterone, ma con tutti i suoi limiti fu un’opera che piacque molto. Un momento che ha risvegliato le coscienze.”

Sull’onda dell’entusiasmo si cercò di portare avanti il progetto de ‘La gabbianella e il gatto’. Il cui successo fu determinato da una concatenazione di avvenimenti. Il primo è che fu scelta un’opera che stava cominciando ad avere il suo successo seppur ancor non esploso: il testo di Sepulveda fu molto utilizzato in quegli anni nella pedagogia scolastica. L'opera giusta nel momento giusto.

Inoltre il progetto di un’animazione su quest’opera  fu presentato alla Cecchi Gori reduce dal grande successo de “Il ciclone” di Pieraccioni, film che incassò 75 miliardi, record della stagione 1996/1997 al diciottesimo posto per il maggior incasso nella storia del cinema italiano.

Oltre al periodo di "vacche grasse" della casa di produzione ci fu la fortuna che i figli di Vittorio Cecchi Gori e Rita Rusic  avevano visto “La freccia azzurra” e ne rimasero entusiasti.

“E così, grazie a questi episodi, nacque ‘La gabbianella e il gatto’ – ci racconta Pautasso -  Il film incassò 15 miliardi. Quell’anno ce la giocammo con il film Disney dell’anno ‘Mulan’. Ma già nel momento della realizzazione del film si poteva intuire che sarebbe rimasta una piccola parentesi nella storia dell’animazione italiana. Ma rimane il fatto che fu un successo e rese onore anche a Sepulveda, le cui copie di libri vendute raddoppiarono dopo l'uscita del film. Personalmente resto comunque più legato a ‘La Freccia Azzurra’”.

"Oggi tutto è cambiato - conclude Pautasso - c'è una sorta di appiattimento delle competenze. Per noi l'arrivo del Fax fu un cambio epocale, altro che internet. Fino ad allora per presentare anche solo un disegno dovevi andare di persona in produzione. E magari aspettare una notte in albergo per attendere l'approvazione. Siamo stati i primi smartworker e, forse, i primi precari. Ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera consiglio di andare all'estero. Come ha fatto la mia 'allieva' Elena Miroglio che ora è a contratto con la Sony Pictures."

Per conoscere meglio l'opera di Silvio Pautasso visitate la pagina Piccola Storia di un animatore -Silvio Pautasso.  

redazione

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