Il Nazionale

Cronaca | 23 maggio 2025, 09:15

L'amico morì dopo una dose di crack che lui gli aveva venduto: condannato a un anno e mezzo di carcere

Il rinvenimento del cadavere dell'uomo nel novembre 2023 in piazza Boves, a Cuneo. Attraverso le indagini emerse che la vittima aveva assunto anche del metadone

L'amico morì dopo una dose di crack che lui gli aveva venduto: condannato a un anno e mezzo di carcere

Aveva venduto una dose di crack a un amico, risultata per quest'ultimo fatale. È questo il retroscena che fece partire le indagini sfociate poi in un processo  in tribunale a Cuneo a carico di L.T., cittadino gabbiano, accusato di spaccio di droga. Secondo la Procura, le vendite di stupefacenti concluse dal ragazzo si sarebbero protratte dal giugno 2023 fino al novembre di quell'anno.

Era infatti il 21 di novembre quando Giuseppe Bona fu trovato morto nel suo appartamento in piazza Boves a Cuneo dal nipote che, per un po’ di tempo, aveva vissuto insieme a lui.  Le indagini della Polizia avevano portato a scoprire che l’uomo,  tossicodipendente, aveva assunto del crack assieme al metadone fornitogli dal Sert. A vendergliela, come spiegato dal poliziotto che acquisì le chat dal cellulare della vittima, era stato proprio l’amico, L.T.  

Da quanto era emerso nel corso dell’udienza i due comunicavano su WhatsApp e uno degli ultimi messaggio che L.T. ricevette da Giuseppe Bona risaliva al 29 ottobre di quell’anno: “Sono due ore che ti aspetto - scriveva - Ho 100 euro. Dimmi quando vieni”. E ancora, “Chiama quando sei sotto. Ne voglio come l’altro giorno”. “Ho 100 euro. Fammi un regalo”. Come illustrato dal poliziotto chiamato a testimoniare, il 19 novembre tra i due non ci furono messaggi, ma due telefonate dopo le 16. Nient’altro.   

In aula, poi, era stato chiamato a testimoniare anche l’ amico della vittima: “Ero ospite a casa sua da circa un mese - aveva riferito-. So che il 20 novembre lui aveva comprato del crack. Non so da chi”. Una versione, questa, opposta a quella che l'uomo aveva fornito agli Agenti della Questura dopo il rinvenimento del cadavere dell'amico. In quell'occasione, infatti, il testimone disse che a vendere la droga a Giuseppe Bona era stato L.T. 

Anche il nipote che trovò lo zio deceduto ha detto in aula di non aver mai visto l’imputato e che quel giorno, lui non era in casa: “Sono tornato la sera e l’ho trovato morto” ha raccontato. Ma stando alla versione fornita da un amico di L.T., l’imputato quel giorno si sarebbe trovato assieme a lui a Torino, dove sarebbe stato ospite a casa sua per molti giorni: “Non era a Cuneo - ha spiegato- era con me”. 

Una versione che però non ha convinto il giudice, il quale ha condannato L.T. a 1 anno e 6 mesi di reclusione per lo spaccio avvenuto tra ottobre e novembre e al pagamento di una multa.

CharB.

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