Il Nazionale

Sport | 21 aprile 2020, 08:00

"LE LEGHE NON SI PARLANO, E' ASSURDO" - Didu (Borgosesia): "Decidere, adesso..."

Ai nostri microfoni l'allenatore del Borgosesia in serie D: "Tutti nel nostro lavoro prendiamo delle scelte. Chi è tenuto a decidere sul calcio lo faccia, visto che è stato ritenuto competente in materia. I tempi sono maturi"

"LE LEGHE NON SI PARLANO, E' ASSURDO" - Didu (Borgosesia): "Decidere, adesso..."

Coronavirus e calcio: che gran pasticcio. Siamo al 21 aprile e la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. Il Governo? Non decide ancora, ma fissa delle date per sperare che la situazioni migliori. Questa l'unica ancora di salvezza per il mondo del pallone. Figc e Lnd? Non sanno più cosa sperare e dichiarare (si sprecano i dietrofront). La Lega Pro? Propone via mail a 60 presidenti una sospensione del campionato da discutere in Consiglio Federale ad inizio maggio oltre alla promozione di quattro squadre (Monza, Reggina, Vicenza più una sorteggiata) e il blocco delle retrocessioni. La serie D? Nel merito, non viene interpellata. La serie B? Non riesce a decidere in una scomoda "terra di mezzo" ma precisa in un secco comunicato che le proposte della Lega Pro sono "...non condivisibili, fantasiose ed irricevibili" senza far riferimento ad altre soluzioni. La serie A? Fino a ieri sera sembrava andare dritta verso la riapertura del campionato ma poi (notizia dell'ultim'ora) sarebbero spuntati ben otto club contrari al ritorno in campo perchè, come si legge nel documento pubblicato dall'Ansa "...l’assunzione del rischio di un fatto non più imprevedibile potrebbe ricadere sul club che si è assunto il rischio di prosecuzione pur in presenza di un rischio incalcolabile". I dilettanti? Tutti alla finestra. Le giovanili Nazionali e il calcio femminile? Fermi, ufficialmente. Solo loro.

E' il caos più totale.

Oggi siamo andati a girare il microfono in serie D a Marco Didu, allenatore di un giovane Borgosesia che all'ottavo posto nel girone A se la stava cavando più che bene.

Didu (10 anni in serie C, ex Cuneo, Pro Vercelli, Viterbese con tantissime presenze anche in D tra Pinerolo, ProSettimo, Chieri, Bra, Verbania, Castellettese, Moncalieri...) parte subito dallo stupore per la situazione caotica del mondo del calcio: "Sono davvero incredulo. Le leghe non si parlano, si sta creando tanta confusione e questo ricorda ciò che avviene in Italia in moltissimi uffici pubblici, enti ed amministrazioni. In uno stesso ambito le componenti non si parlano, ma ognuno parla per sé. Una singola Lega non può decidere chi sale e chi scende da una categoria dimenticando le inevitabili ripercussioni su altre".

Il calcio, ad oggi, sta facendo proprio questo. Cosa ne pensa Didu della proposta della Lega Pro? "Intanto, ripeto, è assurdo che serie A, B, Lega Pro, Lnd e Aic non trovino il modo di parlare in unico contesto. La Lega Pro proporrà di far salire Monza, Vicenza, Reggina e una quarta sorteggiata. Questo ci può anche stare, ma va discusso e abbiamo già capito che il meccanismo del sorteggio è stato bocciato dalla B. Non troverei giusto, però, che vengano eventualmente bloccate le retrocessioni in serie D. Se alla 27esima giornata sei ultimo non vedo perchè nel caso dell'annullamento della stagione tu debba avere il diritto di ripartire nello stesso campionato un anno dopo. La serie B e la serie D non sono state interpellate in merito ed è incredibile anche perchè nel nostro girone non tutte le squadre hanno le stesse partite giocate. Il Verbania, ad esempio, ad oggi è penultimo, quindi sarebbe retrocesso in Eccellenza, ma ha una partita in meno, vincendo la quale tornerebbe in zona playout. Come decidere il suo destino?". 

Altri dubbi di Didu: "Lo credo che ci siano forti pressioni in Lega Pro per mantenere la categoria...Certo, ci sono premi molto alti in termini di denaro per le società per il minutaggio dei giovani. Alla fine c'è troppa demagogia. Tutti dicono di pensare prima alla salute, ma in troppe situazioni si guarda sempre al proprio orticello. Difficile in questo modo trovare soluzioni, riformare il calcio, pensare a maggiori tutele anche in serie D per una categoria equivoca, che fa professionismo a tutti gli effetti ma che non viene riconosciuta come tale". 

Marco, perché secondo te non si è ancora deciso nulla sul calcio? "I tempi sono maturi, la tempestività diventa fondamentale. Dopo quasi due mesi le persone competenti in materia devono per forza avere un'idea, un piano, un programma. Invece no. Nessuno vuole prendere responsabilità, ma è tenuto a farlo. E' questo il momento in cui chi è stato scelto in modo strategico per le sue competenze deve avere il coraggio di decidere. In ogni caso ci saranno scontenti, ma facciamo questo passo".

Chi riuscirà, eventualmente, a rispettare i protocolli di sicurezza? "La serie A penso proprio di sì. Sembra un mondo a parte e probabilmente lo è. Mi viene in mente, però, una domanda...perchè per la serie A si riuscirebbero a trovare tutti questi tamponi per monitorare quotidianamente la salute dei calciatori, mentre milioni di persone in aziende e industrie non sarebbero nelle stesse condizioni? E poi, andando a giocare in Europa siamo sicuri che tutti seguiranno un unico protocollo? Anche la serie B, penso, potrebbe farcela a seguire i protocolli. Sulla Lega Pro ho molti dubbi e credo che per la serie D sarà quasi impossibile. Sentendo colleghi e dirigenti del mio girone l'idea è quella di voler tornare in campo ma in una situazione di assoluta sicurezza e normalità che nel breve tempo non è immaginabile". E i dilettanti? "Arrivati al 20 aprile, vista tutta l'evoluzione della situazione, dico che non ci sarebbero le tutele per migliaia di persone. Giusto sospendere tutto dall'Eccellenza in giù, discutendo però in modo serio delle conseguenze sulle classifiche, delle eventuali promozioni o retrocessioni, così come degli incentivi per non far crollare il sistema".

Il futuro del calcio per Didu: "L'emergenza alla fine deve essere anche un'occasione per riflettere. Questo è un sistema da riformare, soprattutto in Lega Pro e serie D. E' un sistema che finora chiedeva tasse, iscrizioni e fideiussioni alle società ma che poi proponeva partite farlocche come la famosa Cuneo-Pro Piacenza 20-0 di qualche anno fa o che incontra fallimenti e mancate presentazioni di società a stagione in corso. Non deve più succedere. Servono regole più ferree altrimenti sarà inutile riempire di squadre i gironi. Bisogna discutere e rivedere costi di iscrizione, tassazioni, ricavi e contratti, con un occhio a maggiori tutele in serie D. Lo chiedono i presidenti, in primis".

Michele Rizzitano

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