Il Nazionale

Cronaca | 17 febbraio 2020, 16:40

Villanova Mondovì: donna a processo per aver investito un bimbo sulla rampa del garage

Il fatto avvenne nell’agosto 2017, il piccolo aveva riportato gravi lesioni al volto

Villanova Mondovì: donna a processo per aver investito un bimbo sulla rampa del garage

 

Il 14 agosto 2017 aveva investito il piccolo di 3 anni, figlio dei vicini di casa, mentre aveva appena imboccato la rampa che portava ai garages del complesso delle villette a schiera. A processo con l’accusa di lesioni stradali colpose è una donna sessantenne di Villanova Mondovì.

Nel tardo pomeriggio la famiglia, padre, madre e due figli erano appena tornati da una gita: “Stavo scendendo a piedi per la rampa verso il garage”, ha raccontato il padre, “quando ho sentito un rumore di struscio. Ho girato l’angolo e ho visto mio figlio più piccolo esanime sotto l’auto della vicina”.

Il bimbo restò lesionato al volto riportando una profonda ferita lacero contusa per la quale fu sottoposto a tre interventi chirurgici e ad un trapianto di pelle. In tutto la durata della malattia fu di tre mesi ma, come hanno fatto notare i medici legali, trattandosi di un bambino piccolo è difficile valutare l’entità permanente dello sfregio: “La stabilizzazione di lesioni di questo tipo richiede molti anni per poter valutare il danno residuo”.

A parte l’imputata, nessun altro aveva assistito al momento dell’investimento. Il consulente incaricato dall’avvocato della difesa Alessandro Viglione aveva ricostruito quello che sarebbe presumibilmente accaduto, basandosi sui rilievi effettuati dalle forze dell’ordine. L’ingegnere aveva inoltre esaminato i danni riportati della vettura dell’imputata sul paraurti anteriore e le lesioni del bambino, e simulato con un apposito software le varie ipotesi: “Ritengo inverosimile che quando fu investito il bimbo si trovasse in posizione eretta, mentre è plausibile che fosse coricato a terra perché ha riportato ferite solo al capo e nella parte superiore del corpo”. La donna, secondo il consulente, dal punto iniziale della rampa e con il cruscotto che le nascondeva la visuale non avrebbe potuto vedere il piccolo che non si trovava neppure in piedi.

Sul punto non concorda il perito infortunistico assicurativo consulente dell’avvocato di parte civile Paolo Adriano: “Il piano stradale della rampa volge leggermente verso chi arriva, aumentando la visuale fino a 5 o 6 metri di distanza, c’è solo un attimo di non visibilità quando cambia la pendenza. Il bambino era decisamente visibile anche perché vestito in modo sgargiante e lo sarebbe stato anche se fosse stato in terra o seduto”.

L’altro consulente di parte civile sentito oggi è stato il medico legale e primario presso la sede Inail di Cuneo, che aveva visitato il bambino nel maggio 2019: “Residuano gravissimi esiti estetici al volto, l’entità delle cicatrici è menomante. Però allo stato attuale la valutazione del danno non può essere effettuata in maniera certa e definitiva” .

L’udienza è stata rinviata al 30 aprile per l’esame dell’imputata e la discussione.

Monica Bruna

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