Il Nazionale

Cronaca | 26 novembre 2025, 11:25

Viatosto e Valmanera 'alzano la voce' dopo l'ondata di furti

Ieri si è svolta una partecipata assemblea dei residenti per fare il punto sull'emergenza e chiedere interventi risolutivi

Viatosto e Valmanera 'alzano la voce' dopo l'ondata di furti

Ieri sera, le comunità di Valmanera e Viatosto si sono riunite in un’assemblea affollatissima, con oltre cento persone presenti, per analizzare la domenica da incubo che ha sconvolto la zona. Nel giro di meno di dodici ore, dalle 17 alle 5 del mattino, una banda di criminali ha messo a segno una serie di colpi che ha dell'incredibile per precisione e ferocia.

La dinamica del raid: professionisti nei boschi 

Le testimonianze raccolte durante la serata restituiscono un quadro inquietante. Non si è trattato di ladri improvvisati, ma di un gruppo di almeno cinque persone, capace di agire simultaneamente: "Tre in una casa, due nell'altra", muovendosi con agilità attraverso i boschi favoriti dall'oscurità. Il bilancio è pesantissimo: 15 abitazioni colpite, tra tentativi e furti riusciti. Tra gli obiettivi sensibili violati c'è anche la canonica della Chiesa, dove i malviventi hanno sottratto denaro. Ma è il modus operandi a gelare il sangue: in diversi casi, i residenti sarebbero stati chiusi nelle proprie abitazioni. I ladri avrebbero utilizzato dei bloccaporte improvvisati o bloccato i cancelli dall'interno, garantendosi la fuga e lasciando le famiglie prigioniere in casa propria, impossibilitate a reagire tempestivamente. Alcuni cittadini hanno raccontato di aver incrociato i malviventi nel corridoio o di essersi accorti della loro presenza un istante dopo la fuga.

Il problema delle infrastrutture: buio e silenzio 

Oltre alla paura per l'aggressione criminale, l'assemblea ha fatto emergere con forza un tema strutturale: le frazioni si sentono abbandonate. I residenti lamentano l'assenza di servizi essenziali che, in situazioni di emergenza, fanno la differenza tra la salvezza e il pericolo. Manca un'adeguata illuminazione pubblica, che rende le strade e i cortili facili prede per chi si muove nell'ombra, e manca soprattutto la connessione (fibra o 5G). Durante i raid, molti non sono riusciti nemmeno a chiamare i soccorsi per via dell'assenza di campo, aumentando il senso di isolamento e panico.

La risposta della politica e le proposte in campo 

Di fronte a una sala gremita ed esasperata, la politica locale ha tentato di offrire risposte. Il clima, a tratti teso per via della comprensibile esasperazione dei cittadini, è sfociato in qualche momento di nervosismo, fortunatamente rientrato senza conseguenze rilevanti, anche se la sensazione di una "caciara politica" e di una perenne campagna elettorale ha rischiato di offuscare la concretezza del dibattito.

Tuttavia, sono emerse proposte specifiche. Sulla questione del controllo del territorio, Roberto Migliasso ha suggerito l'istituzione di un presidio temporaneo dell'esercito in centro città, per una durata di uno o due mesi, sul modello dell'operazione "Strade Sicure" già vista a Torino. Sul tema è intervenuto anche l'assessore alla Sicurezza Luigi Giacomini, affermando di aver già richiesto tale misura in passato, pur senza successo immediato.

Tra le varie proposte avanzate anche dagli altri colleghi presenti, la consigliera Vittoria Briccarello ha condiviso e messo sul tavolo due interventi mirati per dare risposte immediate e strutturali: l’utilizzo immediato dell’avanzo libero di bilancio, pari a circa 100.000 euro, da investire in illuminazione e servizi (come la connessione 5G) per le frazioni; la richiesta alla Regione di attivare lo stesso bando che in Friuli-Venezia Giulia ha aiutato decine di famiglie a sentirsi più sicure: un finanziamento al 75% per l’installazione di sistemi di allarme e antirapina nelle abitazioni private, fungendo da reale deterrente.

Anche il consigliere regionale Sergio Ebarnabo ha confermato la disponibilità della Regione ad accogliere proposte formali. Al termine dell'incontro, la cittadinanza ha deciso di passare ai fatti: è stata avviata una petizione indirizzata al prefetto, che ha già raccolto un centinaio di firme. I residenti chiedono interventi strutturali, stanchi di sentir parlare di generico "controllo del vicinato" quando si trovano a fronteggiare bande definite "paramilitari" che entrano nelle case incuranti del fatto che dentro vi siano anche gli stessi residenti.

Gabriele Massaro

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