Il Nazionale

Cronaca | 25 novembre 2025, 17:51

Bancarotta, riciclaggio e frode fiscale, scatta l'udienza preliminare: imputati l'imprenditore Giulio Brunello e altre 37 persone e società

L’attività della Guardia di Finanza aveva fatto emergere una frode per un ammontare di 28 milioni di euro

Bancarotta, riciclaggio e frode fiscale, scatta l'udienza preliminare: imputati l'imprenditore Giulio Brunello e altre 37 persone e società

È scattata questa mattina, davanti al GUP Alessia Ceccardi, l’udienza preliminare a carico dell’imprenditore ligure Giulio Brunello e di altri 37 imputati per le accuse di bancarotta, riciclaggio e frode fiscale.

Il curatore fallimentare della società Sovecart si era costituito parte civile per richiedere il risarcimento dei danni rivendicati nei confronti di alcuni imputati, ma, a seguito di un’eccezione preliminare sollevata dagli Avvocati Giambattista Petrella, Gianluca Rudino e Ivan Colciago, la costituzione di parte civile è stata dichiarata inammissibile dal Giudice per le Udienze Preliminari, con la conseguente esclusione della curatela dal procedimento.

"L’accoglimento della questione procedurale avanzata dai difensori impedirà al Curatore di partecipare alle successive udienze, ragion per cui, in questo processo, non verranno più trattate le questioni civili e risarcitorie" spiegano gli avvocati Petrella, Rudino e Colciago.

Quasi tutti gli imputati, dopo aver concordato con il Pubblico Ministero Claudio Martini alcune ipotesi di pena applicabile su accordo delle parti, hanno optato per un patteggiamento o per l’ammissione al giudizio abbreviato.

Il procedimento è stato rinviato alle prossime udienze, tra aprile e giugno, in cui l’accusa e le difese inizieranno a discutere i giudizi abbreviati o le udienze preliminari ordinarie.

Tra i 37 imputati sono presenti persone fisiche e società, quasi tutte operanti in Lombardia.

Brunello, 65enne di origini milanesi ma da anni a Laigueglia, particolarmente conosciuto nel comune del ponente savonese, era stato arrestato nel gennaio scorso dalla Guardia di Finanza.

Operava nel settore della carta e dei servizi di consulenza alle imprese tramite la propria ditta individuale e due società a responsabilità limitata, ma a lui erano state contestate dalle Fiamme Gialle del Comando provinciale di Savona la bancarotta fraudolenta, l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la distruzione e l’occultamento della contabilità e il trasferimento fraudolento di valori.

L’attività della Guardia di Finanza della Compagnia di Albenga, sui soggetti economici riconducibili all’imprenditore, aveva fatto emergere una rilevante frode fiscale, perpetrata tramite l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare complessivo di 28 milioni di euro.

Nel corso delle indagini di polizia giudiziaria, dirette dall'Autorità Giudiziaria e suffragate da capillari attività tecniche di intercettazione, di analisi dei conti e di perquisizione, era stato acclarato, in particolare, come l’ideatore della frode, formalmente attivo nel settore del commercio di carta e cartone, nonché della consulenza aziendale e informatica, nella sostanza fosse invece privo di dipendenti, beni strumentali e mezzi idonei per conseguire i rilevanti volumi d’affari dichiarati; allo stesso modo, erano state disconosciute le fatture di prestazioni di servizio, connotate da elementi vaghi e generici.

Insieme all’imprenditore, erano state segnalate alla Procura della Repubblica savonese altre ottanta persone fisiche, residenti in dodici regioni italiane, principalmente della Lombardia e del Piemonte, titolari di ditte o società risultate beneficiarie delle fatture false emesse, fatte successivamente confluire nelle rispettive dichiarazioni dei redditi.

Alcune tra queste, destinatarie di ispezioni tributarie, questionari fiscali ovvero perquisizioni, avevano effettuato spontaneamente ravvedimenti operosi, versando all’Erario circa 3 milioni di euro, mentre altri soggetti avevano optato per l’adesione ai verbali di constatazione stilati dai finanzieri, per un importo complessivo di oltre 600 mila euro.

Nei confronti dell’imprenditore, della compagna convivente, indagata per concorso in bancarotta e riciclaggio, titolare di un'attività a Laigueglia, e di altri due soggetti, risultati tra i principali utilizzatori delle fatture inesistenti, erano stati eseguiti, su delega dell'Autorità Giudiziaria, sequestri preventivi, anche per equivalente, su disponibilità finanziarie liquide per un ammontare complessivo di circa 1,1 milioni di euro (su tre conti correnti) e su due immobili, valutati in circa 1 milione di euro e costituiti da una villa con affaccio sul Lago Maggiore e un attico a Laigueglia.

Inoltre, 400.000 euro, nella disponibilità dell’imprenditore, erano stati sottoposti a pignoramento a seguito delle attività ispettive fiscali svolte. Sarebbe stata sottoposta a sequestro anche una villa a Capo Mele ad Andora e un appartamento a Laigueglia.

Luciano Parodi

Commenti