Dopo la presentazione, il 10 novembre scorso, delle tre ipotesi per la gestione delle area di sosta a pagamento, ora gestite da Sct Group Srl, la V Commissione del Consiglio comunale cuneese si è nuovamente riunita ieri, mercoledì 19 novembre, per la discussione.
L'assessore comunale alla Mobilità Luca Pellegrino ha ripreso brevemente le possibilità sottoposte nel corso della precedente riunione, per poi indicare la proposta scelta come Assessorato. “Abbiamo una società, Sct Group, che dopo alcuni cambiamenti è diventata di proprietà di Abaco Spa, con una lunga esperienza e con ben 130 concessioni in tutta Italia, con la quale c'è un buon dialogo e disponibilità a valutare le nostre richieste. Possiamo, inoltre, contare su una percentuale di incasso per il Comune pari al 66,63%. Vista la situazione e la possibilità da parte del Comune nell'attuale contratto di poter procedere al rinnovo con una durata massima uguale a quello in corso, propongo alla Commissione di approfondire meglio questa possibilità. A dicembre torneremo con i risultati dell'approfondimento contrattuale-legale, avendo chiaro se sarà una strada percorribile o meno. Va tenuto conto che la mobilità sostenibile va anche un po' sostenuta. Solamente dopo saremo in grado di concludere le valutazioni e decidere”.

Il dibattito ha preso sin da subito una netta posizione su due delle ipotesi al vaglio, spaccando l'aula tra minoranza, a favore della gestione "in house" e diretta da parte del Comune attraverso una società partecipata, e la maggioranza a favore invece del rinnovo con Sct. Sembrerebbe, quindi, stata esclusa la terza opzione, relativa a una nuova gara di affidamento.
In qualche caso è stata anche avanzata un'ulteriore ipotesi, che vede una soluzione mista tra le due con un primo periodo, qualora possibile e da verificare, di rinnovo per poi subentrare con una gestione diretta, ma che consentirebbe di prendere tempo e prepararsi al cambiamento.
Le posizioni della minoranza
Il consigliere Ugo Sturlese (Cuneo Per i beni Comuni): “Già altra volta ho sollevato la coerenza con il documento Puns. Problemi simili richiedono una preparazione di livello ed è un artificio decidere in pochi mesi o almeno entro la scadenza. La mia propensione per una gestione diretta del Comune è però limitata dalla mancanza di conoscenza tecnica della materia. Resto però del parere che dovrebbe esserci una cultura di governo orientata alla gestione diretta. In caso di prosecuzione del contratto, però, l'Amministrazione potrebbe vedere se può inserire degli elementi nuovi, invito a mettere paletti che ci consentano di avere una gestione più flessibile e rispondente alle esigenze del Comune”.
Il consigliere di Cuneo Mia Claudio Bongiovanni considera i tempi un limite da non sottovalutare e interroga l'assessore: “Si è obbligati a prorogare 7 anni o si può pensare a una soluzione mista inserendo quella In House? Da valutare bene vantaggi e svantaggi, benefici e perdite. L'esperienza con Apcoa, che scadrà solamente nel 2031, non consentendo manovre e flessibilità dovrebbe insegnare se è il caso o meno di replicare sulla stessa modalità con Sct. A mio avviso potremmo ragionare meglio sulla gestione In House”.
Nessun dubbio per gli Indipendenti di Giancarlo Boselli: “Tutte tre presentano delle difficoltà, ma ci siamo convinti che la gestione diretta sia una scelta strategica, al netto dei rischi, e rileviamo ci siano le condizioni per superare anche la sfida dei sei mesi. Riteniamo che questa città ha dimensioni tali per cui non dovrebbe essere così difficile e l'organizzazione comunale abbia le condizioni per poter agire e sopportare una simile gestione. La necessità di costituire una società potrebbe esser una via ma anche una partecipata già esistente controllata dal Comune”.
Anche il consigliere Franco Civallero (Forza Italia) sposa la quarta soluzione mista: “Abbiamo concessioni che potrebbero essere definite lasciti con durate di 20 e 30 anni. Bisogna riuscire a renderci autonomi e arrivare a una gestione In House ben fatta. Propongo di rinnovare il contratto con Sct per 3 anni e nel frattempo attivarci per formare del personale per poter passare a una gestione In House. In tal modo potremmo anche mantenere gli utili”.
Le posizioni della maggioranza
Propensa al rinnovo del contratto di gestione con Sct, la consigliera Claudia Carli (Capogruppo Pd) si rivolge ai colleghi di minoranza: “Facciamo fantapolitica o gli amministratori? Piacerebbe a tutti la ricetta perfetta, ma abbiamo poco tempo e dobbiamo decidere entro alla scadenza. Ricordo alcuni svantaggi fondamentali della gestione In House quali gli investimenti e le competenze interne che non si hanno. Sulla concessione dell'appalto, dobbiamo capire meglio se ci sono ulteriori svantaggi”.
Moderata la posizione del consigliere Domenico Giraudo (Gruppo Misto) che analizza: “Con l'In House ci vogliono anni per arrivare a un equilibrio di bilancio e ha bisogno di assestamento. Con il rinnovo si è inermi, ma con un risultato nel medioperiodo. Occorre dunque fare un ragionamento sul rendimento. Doveroso l'approfondimento sul rinnovo, ma che sia questo o una gestione diretta o un nuovo appalto è bene ragionare sulle minori penali in caso di recesso nel frattempo che ci si prepara a una gestione In House. Non esistono società piccole con una brillante gestione dei parcheggi”.
Elio Beccaria (Cuneo Civica): “Noi saremo per l'approfondimento e la verifica sul rinnovo. Riporto all'attenzione, nel caso di una gestione diretta, che il potere di acquisto del Comune per nuovi parchimetri non è lo stesso di una grande azienda di settore. Ciò non toglie che l'In Hose non si sposi con la possibilità di migliorare. Ribadisco un discorso di concretezza che ci vuole”.
Massimo Garnero (Fratelli d'Italia): “Avere un piano B è molto importante. Sarebbe bene capire cosa offre il mercato per poter trovare una soluzione migliore”.
Il dibattito si chiude con le risposte dell'assessore Pellegrino che commenta aver eseguito analisi di mercato e confronti con altre realtà cittadine in cui è attiva la gestione diretta, da cui non ha riscontrato testimonianze troppo rassicuranti. “La gestione diretta resta una valida alternativa – ha però valutato Pellegrino -, ma l'approfondimento ci permetterà di capire se potremmo rinnovare anche solo per tre anni e non necessariamente 7. Serviranno poi dei tempi di stabilizzazione al cambiamento. Sei mesi per prepararci alla gestione In House sono davvero troppo pochi e nemmeno sarà possibile affrontarla in campagna elettorale a scadenza di mandato. Ci prenderemo tutto il tempo che serve per prendere la decisione migliore sia per la gestione che per il ritorno economico. Intanto – conclude -,ci ritroviamo tra 15 giorni per l'esito dell'approfondimento contrattuale in caso di rinnovo”.














Commenti