Il Nazionale

Politica | 24 luglio 2025, 15:15

CONTROCORRENTE / Cuneo conta sempre meno nei salotti della finanza torinese

Ostracismo nei confronti della Granda o incapacità di fare sintesi ed evitare, come nei recenti casi della Fondazione CrT e del cda di Intesa San Paolo, di essere messi all’angolo? La politica qualche domanda dovrebbe porsela

CONTROCORRENTE / Cuneo conta sempre meno nei salotti della finanza torinese

Il fatto che, ier l’altro, nel Consiglio di indirizzo della Fondazione CrT non sia stato eletto il rappresentante cuneese, sta facendo discutere il mondo politico provinciale senza peraltro che alcuno riesca a trovare una risposta plausibile e, soprattutto, univoca.

Nessuno dei tre candidati, Paolo Adriano, Maria Grazia Boffa e Maria Peano, indicati nella terna proposta dalla Provincia di Cuneo, ce l’ha fatta ad essere eletto e si dovrà dunque ricorrere ad un’ulteriore votazione.

Al di là del fatto specifico, che pure conferma che il “modello Cuneo” o non è mai davvero esistito o se lo è stato oggi va ripensato, c’è stata evidentemente una mancata capacità di sintesi da parte della politica.

Già Cuneo conta poco nel mondo della finanza, se ancora si arriva al voto in ordine sparso, in questi consessi si verifica quel che è successo.

L’episodio di martedì in Fondazione Torino fa seguito ad un altro – ben più rilevante – verificatosi ad inizio maggio, quando Silvia Merlo e Donatella Busso erano state escluse dal cda di Intesa Sanpaolo.

Le due “eccellenze” cuneesi, ampiamente titolate, avrebbero degnamente rappresentato la Granda in un grande gruppo bancario di rilevanza internazionale.

Qualcosa, evidentemente, anche in quella circostanza, era andato storto.

Ci si interroga ora sul perché sia così difficile far eleggere propri rappresentanti in questi contesti.

Eppure ce ne sarebbero tutti i diritti, non tanto per spirito campanilistico, quanto piuttosto sulla base di dati oggettivi (nel caso di Intesa la caratura delle due candidate).

Da qualche tempo a questa parte si registra una certa qual debolezza quando Cuneo e la Granda approcciano i salotti buoni della finanza.

Imputare la situazione ad un ostracismo torinese nei confronti del Cuneese sarebbe un vittimismo piagnone che servirebbe a poco. Il perché va forse cercato da altre parti. 
 

GpT

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