Il Nazionale

Cronaca | 16 luglio 2025, 12:44

Ponte Morandi, Castellucci denuncia: “A Rebibbia leso il mio diritto alla difesa”

L’ex AD di Autostrade in collegamento video al processo: “Impossibile leggere gli atti, comunicare con i miei legali e preparare dichiarazioni spontanee”

Ponte Morandi, Castellucci denuncia: “A Rebibbia leso il mio diritto alla difesa”

“Dopo il mio trasferimento a Rebibbia non riesco a comunicare coi miei avvocato se non per mail e solo con dieci minuti cumulativi telefonici a settimana per tutti i procedimenti”.

Così Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, che in una lettera letta in aula dai suoi legali ha affidato l’appello al tribunale, denunciando la violazione del proprio diritto alla difesa.

La lettera è stata letta nel corso del processo a carico di cinquantasette persone per il crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018, che ha causato quarantatré vittime. 

Castellucci, collegato in video per la prima volta, si trova in carcere dopo la condanna definitiva a sei anni per la strage di Avellino. L’ex Ad di Aspi si trova da tre mesi a Rebibbia dopo il trasferimento dalla casa circondariale di Bollate, dove si era presentato il giorno dopo la sentenza. 

“Il trasferimento - ha proseguito - ha avuto l’effetto, se non anche il fine, di rendere me impossibile di leggere gli atti e commentare con i miei avvocati. Nonostante le varie richieste che i miei legali hanno avanzato c’è l’impossibilità di trasmettermi verbali, atti e memorie sotto forma elettronica Questo è necessario per la ristrettezza degli spazi: sei persone in celle da quattro, l'enormità della documentazione, la necessità di commentare e pesare, l'inesistenza di fotocopiatrici”.

Castellucci ha chiesto che il tribunale valuti azioni idonee a ripristinare le condizioni minime per l’esercizio del diritto alla difesa, auspicando di poter rilasciare dichiarazioni spontanee.

La lettera ha suscitato la scatenato dei pubblici ministeri Walter Cotugno e Marco Airoldi, impegnati nella requisitoria contro gli imputati del procedimento. I pm hanno chiesto la trasmissione degli atti al fine di valutare eventuali iniziative, ma lo stesso Castellucci, tramite i suoi avvocati, ha precisato di non voler “accusare la procura”.

Alcune parti civili, invece, hanno preso posizione a favore dell’ex dirigente, chiedendo un intervento urgente da parte del Tribunale di Sorveglianza di Roma per ripristinare condizioni di equità processuale.


 

Redazione

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