Si va ai supplementari per il Festival, come per una finale di Champions League da cui deve uscire un vincitore. Non arriverà oggi l'attesissimo verdetto del Consiglio di Stato e nemmeno domani, da qui l'estensione della partita legale che si gioca da mesi sul futuro del più grande evento musicale e televisivo italiano. E' la sensazione che filtra dalla capitale al termine dell'udienza tenutasi stamane, con una brevissima discussione. Il sindaco Alessandro Mager è stato subito informato dall'avvocato Harald Bonura, che tutela il Comune: “Sembra che il deposito del dispositivo possa avvenire nell'arco di pochi giorni”.
Non solo: i giudici amministrativi romani avrebbero mostrato di avere le idee molto chiare, dopo aver esaminato tutte le carte pervenute, a cominciare dalle memorie presentate dalla Rai e da Palazzo Bellevue, le due ricorrenti contro la sentenza del Tar ligure che ha stravolto la regola non scritta delle convenzioni per l'organizzazione del Festival e lo sfruttamento dei marchi ufficiali che ne derivano. Ma per il pronunciamento bisogna attendere, presumibilmente, l'inizio della prossima settimana. E anche la Just Entertainment (JE), l'etichetta discografica che ha scatenato la vicenda, adesso vuole prendere tempo rispetto all'udienza al Tar prevista domani per esaminare la sua richiesta di sospendere la manifestazione d'interesse indetta dal Comune, alla quale ha partecipato soltanto la Rai, con l'offerta depositata lunedì mattina all'ufficio protocollo di Palazzo Bellevue.
Nelle ultime ore, infatti, ai giudici genovesi è arrivata la richiesta di attendere la sentenza del Consiglio di Stato prima di pronunciarsi. Il Comune, però, si è subito opposto sottolineando che la società in questione non ha partecipato alla gara ad evidenza pubblica che contesta (non ne avrebbe, peraltro, i requisiti), per l'impostazione data dall'amministrazione. Insomma, un'intricata vicenda che apre scenari mai esplorati prima. E, paradossalmente, ad oggi il Comune ha tutto l'interesse affinché venga confermata la scelta della gara, perché potrebbe finalmente trattare con la Rai da basi fissate a Sanremo e non a Roma. Viceversa, si tornerebbe all'antico, con tutte le incognite del caso.
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