Una nuova mescola di cemento, aggiornata, e l’ipotesi che i cassoni già posati (a inizio aprile erano otto) per la costruzione della nuova Diga di Genova possano essere sostituiti. Le parole del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, stanno destando già di qualche preoccupazione nel mondo dello shipping, con diversi media del settore che in queste ore stanno rilanciando l’intervista rilasciata al Secolo XIX numero due del Mit.
In sintesi, Rixi ha detto che “la mescola è stata aggiornata” e, quindi, “si sta valutando se sostituire i cassoni già posati e realizzati con la vecchia miscela”. Un colpo di scena non da poco per l’opera simbolo del PNRR con i suoi 1,3 miliardi di euro, senza contare i possibili extra costi. Quindi il nuovo cemento non solo sarebbe utilizzato per i nuovi, ma anche per quelli già immersi. Per Rixi è “solo un’ipotesi”, ma tanto basta per mandare in agitazione un intero comparto.
Alle ipotesi su un allungamento dei tempi (tema già al centro del dibattito politico da quando i lavori hanno preso il via), Rixi ha ribattuto confidando nel potenziamento dell’impianto di Vado deputato alla costruzione dei cassoni e, in conclusione, ha anche ribadito quando, secondo lui, finiranno i lavori della fase A e della fase B: “Nel 2027”.
Una tempistica che, per quanto sia all’insegna dell’ottimismo, viaggia in anticipo di tre anni rispetto a quanto indicato dal consorzio WeBuild (incaricato della costruzione della Diga) sul proprio sito. “La seconda fase (che prevede l’ampliamento del canale di Sampierdarena, [ndr]) verrà conclusa nel 2030” si legge sul portale, mentre per la prima (con la realizzazione del nuovo ingresso da Levante e l’ampliamento dello spazio di manovra per le navi) si prevede la fine “nel 2026”.
Ricordiamo che l’intera opera, sempre secondo quanto riporta WeBuild, prevede la posa di 90 cassoni (alti 33 metri, larghi 35 e lunghi 67) per i primi quattromila metri.
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