È "il primo sciopero dei precari", dicono dall'Assemblea che unisce ricercatori e docenti a contratto dell'Università, in protesta da questa mattina. Prima, il blocco delle attività al Castello del Valentino. Poi, dalle 14:30, in corteo per le vie di San Salvario e del Centro, per portare la propria voce tra i palazzi e le sedi dell'università: Fisica, Palazzo Nuovo, via Verdi e al Rettorato.
I precari, in università, in Italia, sono il 40% del totale, e oggi in varie città si sono fermati al grido di "Se ci fermiamo noi si ferma l'università". A Torino, in strada, erano alcune centinaia: non solo docenti a contratto e ricercatori ma anche tecnici, bibliotecari, studenti e sindacati. La richiesta: meno fondi per la guerra e più per la ricerca, mentre la Riforma Bernini - ad ora sospesa - rischia di creare ancora più lavoratori instabili. Occhi puntati anche al PNRR, che ha fornito alle università finanziamenti per contratti a termine ma che, una volta che scadranno a fine 2026, rischiano di non essere rinnovati. Flc-Cgil parla di 2200 lavoratori a rischio in Piemonte.
La manifestazione ha poi proseguito in via Verdi, sostando di fronte alla Rai, accusata di imporre una narrazione pietistica dei dottorandi e dei precari, per poi continuare in Piazza Castello e protestare di fronte alla Prefettura. Il corteo è terminato nel Rettorato, dove i manifestanti hanno effettuato un'assemblea pubblica e concludere con un aperitivo e djset.
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