Le parole di Bossi, che a urne aperte ha fatto sapere che alle europee avrebbe votato Marco Reguzzoni e, di conseguenza, Forza Italia, sono state clamorose.
Certo, che il rapporto tra il fondatore e Matteo Salvini fosse quantomeno complicato non era un segreto. Ma la scelta del Senatur, resa nota tramite l’ex segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, ha «creato scompiglio». Non lo può nascondere il bustocco Francesco Speroni, già ministro, senatore, eurodeputato e, tra l’altro, suocero di Reguzzoni. Lui, però, ha sempre detto che avrebbe votato la Lega e la candidata del territorio, la concittadina Isabella Tovaglieri, poi eletta.
Diversamente da Bossi. Il quale, lo scorso aprile, aveva disertato la festa per i quarant’anni del Carroccio a Varese. Preferendo accogliere a Gemonio alcuni militanti della prima ora, tra i quali anche Reguzzoni. «Salvini ormai ha preso un’altra strada. Alla Lega serve una nuova leadership», aveva dichiarato in quell’occasione. «Da trent’anni sono abituato alle telefonate di insulto e di polemica di Umberto Bossi. Servono per capire e migliorare», aveva risposto l’indomani Salvini (leggi qui).
Nonostante questi palesi dissapori, non era prevedibile che il fondatore annunciasse, a elezioni in corso, che avrebbe votato un altro partito. «Le sue parole mi hanno stupito», dice Francesco Speroni.
Bossi ha sbagliato? «Diciamo che è un’anomalia – ammette il bustocco –. Bisognerebbe chiedere a lui perché l’abbia fatto. Non ho mai visto un esponente di spicco di un partito dire di votare per un altro partito».
Impossibile stabilire se l’uscita di Bossi abbia minimamente influito sul voto (Reguzzoni ha totalizzato 7.300 preferenze, un risultato inferiore agli auspici). «Di sicuro ha creato scompiglio», riconosce Speroni.
Il quale, pur essendo legato a Reguzzoni per motivi familiari, ha sempre detto che avrebbe votato la Lega: «Normalmente uno di un partito vota quel partito – afferma –. Ci possono anche essere delle eccezioni. Che Bossi abbia dato un’indicazione buona, visto che stimo Marco Reguzzoni, è indubbio. Però, siccome non c’è il voto disgiunto alle europee, se tu voti Reguzzoni, voti Forza Italia. E questo per uno che è di un partito non è una cosa accettabile».
Che cosa potrebbe succedere adesso? Salvini ha parlato di «mancanza di rispetto a un’intera comunità», anticipando di dover «ascoltare i militanti» (leggi qui). Oggi il governatore lombardo Attilio Fontana, a chi gli chiedeva di possibili provvedimenti, ha replicato «Non scherziamo, Bossi non si tocca» (leggi qui).
Quello che potrebbe accadere «non dipende da me – osserva Speroni –. Non so che cosa faranno Salvini e la Lega in genere. Penso che quantomeno ci dovrebbe essere un chiarimento tra loro».
L’ipotesi di un’espulsione esiste? «Teoricamente esiste perché il fatto non è irrilevante – ammette l’ex ministro –. Però non tutte le “contravvenzioni” alle regole vengono punite con l’espulsione. Ci può anche essere un chiarimento e finisce lì. Il mio auspicio è questo».
La cacciata sarebbe un fatto clamoroso, perdipiù nell’anno del quarantennale della Lega, che Speroni ha anche raccontato nel libro Il volo padano scritto da Marco Linari.
«Mi auguro che quanto accaduto non sia prodromo di una posizione anti-Lega o anti-Salvini di Bossi – commenta il bustocco –. Finora Bossi ha espresso critiche anche forti su certi atteggiamenti e certe posizioni della Lega di Salvini, ma non è mai arrivato a spaccare. Anche la creazione del Comitato Nord è stata, se non proprio approvata, consentita da Salvini. In un movimento democratico (anche se Maroni aveva definito la Lega “leninista) ci deve essere democrazia. Ci deve quindi essere un certo margine, ma anche un limite da non superare. Se questo limite sia stato superato da Bossi non sta a me deciderlo».
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