"Non negozieremo al ribasso. Siamo disponibili a fare riaprire le biblioteche, se il Rettore Stefano Geuna accetterà un confronto in una seduta congiunta di Senato Accademico e CdA aperto a tutti, come fatto qualche mese fa con il bando Maeci". È questo l'aut aut che arriva dall'Intifada Studentesca, che questa mattina ha organizzato un incontro aperto a Palazzo Nuovo.
Stop agli accordi con Israele
Siamo al 16° giorno di occupazione, da parte dei collettivi studenteschi di sinistra, della struttura di via Sant'Ottavio e degli altri poli con l'obiettivo che l'Università di Torino ponga fine a qualsiasi tipo di accordo e scambio con gli atenei israeliani. Ieri c'è stato l'attacco su Rafah da parte di Israele, con 40 morti e decine di feriti.
"Consapevoli delle critiche"
Da oltre due settimane c'è il blocco completo all'attività didattica con le lezioni online. "Questa scelta politica - ha spiegato una delle studentesse - ci permette di avere forza per portare determinate istanze dalle quali il Rettore cerca di rifuggire".
"Siamo consapevoli - hanno aggiunto - sia delle critiche del personale che degli studenti, ma non possiamo tirarci indietro rispetto al genocidio in Palestina".
"Non siamo ascoltati"
"Se stiamo bloccando la didattica - hanno rincarato da Intifada Studentesca - non è perché ci piace, ma perché non siamo ascoltati. Il Rettore ha sospeso entrambe le sedute di Senato e Cda a tempo indeterminato, dimostrando di non volersi aprire ad un confronto reale con gli studenti".
"Cerca di prenderci - hanno aggiunto - per sfinimento, aspettando che la tempesta passi: non smetteremo di mobilitarci se prima non avremo un confronto con il Rettore per chiedere la rescissione degli accordi di UniTo con le università israeliane e l'industria bellica".
Prove di dialogo
Ma da parte degli studenti arrivano prove di dialogo, in particolare per venire incontro ai lavoratori e lavoratrici in appalto dell'Università di Torino. "Sono stati costretti a ferie forzate perché il loro ricollocamento non erano possibile a causa delle politiche di esternalizzazione portate avanti dall'Ateneo: questo fa la differenze a fine mese".
Da qui la disponibilità a fare riaprire le biblioteche, permettendo così anche ai lavoratori che si occupano di pulizia e sicurezza di rientrare a Palazzo Nuovo. "Questo toglierebbe pressione dall'alto. La decisione di riconsiderare la riapertura delle biblioteche è stata fatta da noi in spazi democratici: il Rettore deve accettare con noi un confronto con una seduta di Senato Accademico e Cda aperto a tutti".
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