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Politica | 16 maggio 2024, 19:07

Terremoto corruzione, parla il segretario regionale del Pd Natale: “È un film horror, serve un progetto condiviso per voltare pagina”

E poi, sulle eventuali elezioni anticipate: “Vogliamo coinvolgere altre forze politiche che non sono in consiglio regionale”

Terremoto corruzione, parla il segretario regionale del Pd Natale: “È un film horror, serve un progetto condiviso per voltare pagina”

A dieci giorni dall’arresto del presidente Giovanni Toti con l’accusa di corruzione, la Liguria è ancora nel pieno turbine di un caso politico e giudiziario destinato a segnarne la storia. L’argomento è al centro del dibattito locale e nazionale tra nuove intercettazioni, interrogatori, richieste di dimissioni, sbandierato garantismo e l’ipotesi di elezioni anticipate.

E se nelle aule di tribunale sta prendendo forma la versione degli accusati, negli uffici del potere si pensa al futuro con un centrodestra impegnato a raccogliere i cocci e un centrosinistra che sta lentamente realizzando di avere davanti a sé una grande occasione: voltare pagina dopo quasi dieci anni di monocolore totiano.

Ne abbiamo parlato con il segretario regionale del Partito Democratico, Davide Natale, partendo proprio dall’ultimo consiglio regionale, il primo senza il presidente, per arrivare alle strategie in vista del possibile voto in autunno, senza dimenticare le relazioni tra alcuni esponenti ‘dem’ e il grande elemosiniere Aldo Spinelli.

Partiamo dall’ultimo consiglio regionale, il primo post arresto di Toti. Doveva essere una resa dei conti, alla fine è stata una battaglia all’insegna della richiesta di dimissioni contro le barricate erette dal centrodestra. Quanto si potrà andare avanti così?

Pochi giorni, questa situazione è tutta responsabilità del centrodestra e rischia di ingessare ogni tipo di iniziativa nell’interesse dei cittadini. La fotografia in consiglio regionale è stata quella di una maggioranza irresponsabile che non coglie la gravità del momento, ma rivendica il percorso fatto e dà mandato a Piana di continuare in quel solco. È un film horror”.

Anche perché martedì prossimo c’è un altro consiglio ed è difficile pensare ci siano le condizioni per lavorare discutendo le pratiche…

In queste condizioni penso sia complicato produrre cose utili e interessanti. Non c’è nemmeno la serenità da parte della maggioranza per affrontare le problematiche. Mi sfugge come si possa avere la tranquillità per discutere dei problemi enormi che attraversano la Regione. Per troppo tempo hanno nascosto la polvere sotto il tappeto, penso sia impossibile continuare a farlo”.

Toti si sarebbe dovuto dimettere il giorno dell’arresto?

Si deve dimettere ora, rende impossibile la normalità dell’attività di Regione Liguria. Le dimissioni sarebbero dovute essere naturali, il fatto di rimanere lì ha impedito di voltare pagina e ingessa una situazione che non è utile ai liguri”.

È uscito anche il tema del finanziamento pubblico ai partiti. Qual è la vostra posizione in merito?

Sono sempre stato a favore del finanziamento pubblico, anche se non ha evitato la degenerazione di alcuni fenomeni patologici. Tangentopoli nasce per questo, per finanziamenti non consoni alle forze politiche. Ci vuole una diversa organizzazione, maggiori controlli sui partiti. Quello a cui assistiamo e che Toti vuol far passare come banale finanziamento ai partiti è un’altra cosa. Quando dico “ho fatto quello che dovevo fare, ora sta a te”, non è un finanziamento lineare e trasparente, c’è qualcosa di più. Non andrebbe bene anche se ci fosse il finanziamento pubblico, stiamo parlando di fondi dati perché qualcuno che svolge una funzione pubblica dava rassicurazioni. È la degenerazione della politica”.

Che effetto le fa leggere certi passaggi delle intercettazioni?

Gran parte delle persone coinvolte non le conosco o altre le ho incrociate una volta. Mi ha dato l’idea di persone che hanno smarrito completamente l’interesse generale, parlavano di cose pubbliche come fossero a loro disposizione. Ritrovo questo atteggiamento nelle attività del consiglio regionale, sembra quasi una cosa della maggioranza e non la più importante istituzione della nostra Regione. Mi sembra un approccio politico alla cosa pubblica insito in quella parte del centrodestra. Durante il consiglio regionale è capitato di sospendere i lavori perché per Toti avevamo discusso quello che gli interessava. Quello che ho letto nelle intercettazioni è un degrado della società e della politica, fa pensare che il presidente di Regione trattasse la cosa pubblica come fosse sua. La cosa grave è che questo modus operandi lo trasferiscono in tutte le azioni che hanno fatto in questi anni, a partire dai progetti che sono stati calati dall’alto, questo essere refrattario a ogni critica”.

Dalla maggioranza, però, respingono le richieste di dimissioni dicendo che “c’è una Regione da portare avanti”… 

È proprio il contrario. Il rischio è che paralizzino la Regione, noi invece siamo quelli che chiedono di non correre questo rischio e di voltare pagina. Pensano di vivacchiare sino a ottobre o febbraio a scapito di cittadini e imprese liguri, questa è una responsabilità che si portano sulle spalle. Noi chiediamo di chiamare i cittadini al voto e di rilanciare con forza i progetti che servono per i liguri”.

Parliamo di Spinelli. Non è più un segreto che sul suo yacht siano saliti anche esponenti del centrosinistra come Claudio Burlando, Armando Sanna e Mauro Vianello. La cosa vi genera imbarazzo?

Vianello non è interno al nostro mondo. A novembre avevo già fatto un’uscita pubblica di forte distanza dall’incarico in Iren dicendo che non può muoversi in nome del Pd. Non c’entra nulla con il Pd. Il pranzo del 2021 di Burlando e altri con Spinelli? Non mi sembra che sia legato all’indagine, si farebbe un torto nel dirlo. Non è emerso nulla. Il collega Sanna ha già spiegato”.

Ma Spinelli nel 2010 ha finanziato il Pd con 25 mila euro…

Nel 2010, è un’epoca lontana. Penso che quello sia un film diverso rispetto a quello di cui stiamo parlando. È sbagliato, una volgarità mettere insieme le due cose. Un conto diverso è leggere quello che sta uscendo in questi giorni, un conto è il riconoscimento di un percorso e di una condivisione. Qui sembra che i soldi siano dati per un interessamento e per aumentare il proprio business. Sono due cose che non si possono nemmeno accostare”.

Guardiamo al futuro. Il voto anticipato sembra cosa certa, come vi state preparando? Avete la sensazione di calciare un rigore a porta vuota?

Proprio no. Quanto è emerso rischia di allontanare ancora di più la gente dalla politica, stanno facendo un danno alla credibilità della politica. Lanciamo un appello a tutte le forze che si riconoscono in una voglia di cambiamento nella nostra Regione, lavorare in maniera seria con progetti seri e realizzabili non promettendo la luna, con grande serietà, con trasparenza e partecipazione, valorizzando il merito e non l’appartenenza a uno schieramento o all’altro, cambiando quanto in questi nove anni il centrodestra ha obbligato i liguri a vivere. Bisogna costruire un progetto condiviso”.

Il nome di Andrea Orlando è quello maggiormente accreditato, ma poi è spuntato il MoVimento 5 Stelle con l’ipotesi Tiziana Beghin. State lavorando a un campo largo in stile Sardegna?

Rispetto al passato c’è una condizione diversa. In questi tre anni abbiamo lavorato bene in alleanza sia con il MoVimento 5 Stelle che con Pastorino (Linea Condivisa, ndr) e con la Lista Sansa. Vogliamo coinvolgere altre forze politiche che non sono in consiglio regionale e tutti quei soggetti che vogliono dare il proprio contributo per uscire da questa situazione. Bisogna essere in tanti senza che qualcuno pensi di avere la verità in tasca. Una sfida non facile, che chiede tanto lavoro da parte di tutti”.

Pietro Zampedroni

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