«Cielo grigio su, foglie gialle giù…» cantavano i Dik Dik nel 1966 quando sognavano la California cercando «un po’ di blu dove il blu non c’è». Così è alla Schiranna, il mattino di Pasquetta, con il cielo e l’acqua fumo di Londra e ragazze intirizzite scese dagli “armi” dei canottieri in pantaloncini e gambe azzurrine per il freddo.
Intorno famigliole sbigottite con i bambini che preferiscono andare a vedere il lago tracimato piuttosto che l’autoscontro della fiera, che quando arriva porta come sempre nubi scure e acqua a catinelle.
Il blu non c’è, la primavera aveva tentato la sortita con l’erba novella nei prati, le margheritine e gli anemoni, ma la quantità di pioggia scaricata in tre giorni le ha spento ogni velleità, i praticelli intorno alla Canottieri sono allagati, un foglio A4 invita a non oltrepassare lo scivolo perché il lago è alto, ma tutti sono armati di cellulare e arrivano al pelo dell’acqua pur di fotografare l’evento.
Panchine con i piedini immersi nel fango, germani reali in flottiglia che se la godono mettendosi in posa, mentre le più timide folaghe hanno visto i loro tentativi di nidificare rimandati a data da destinarsi. Domani arriverà il favonio e speriamo non faccia ulteriori disastri, con il lago così alto il rischio c’è, soprattutto per il disastrato vecchio pontile dell’Isolino Virginia, a rischio crollo da tempo.
La Meteo svizzera, tuttora vangelo per i varesini, dà tregua da domani per il resto della settimana, ma «aprile ogni giorno un barile» è un detto che difficilmente viene smentito. E poi, c’è ancora il Luna Park…
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