Nel giorno in cui si celebra la festa del Papà, Oscar, padre di una bambina di cinque anni ha manifestato il suo dissenso davanti all’ingresso del Tribunale di Torino.
Tanti striscioni appesi all’incrocio tra via Giovanni Falcone e Corso Vittorio Emanuele II, un modo per portare alla luce la sua condizione di padre che, stando a quanto lui stesso sostiene, non può vedere la figlia.
"Da quattro mesi e mezzo non la vedo, né la sento - racconta Oscar con addosso una maglietta ‘orgoglioso di essere padre’ e con una foto di sua figlia - Ieri era il suo compleanno. Sono qui per sensibilizzare giudici e chi di competenza perché malgrado ci sia un’ordinanza che me la ‘assegna' per 21 giorni al mese, io non riesco più a parlare con lei. Mi vengono negati anche solo i messaggi dove chiedo semplicemente qual è il suo stato di salute.”
“Sono qui a nome di tutti i papà a cui sono negati i diritti - sostiene - le tempistiche sono lunghe e nel mentre che aspettiamo i nostri figli crescono. Con questa iniziativa intendo dare un abbraccio a tutti quei padri che da anni non hanno più notizie dei loro figli.”
“È stato emozionante vedere il sostegno delle persone - prosegue - non solo di papà, ma anche di nonne e donne che mi hanno dato un conforto. Porto con me sempre i pupazzetti che mia figlia adora, ma non è la stessa cosa di stare con lei.”
“Quando ti separi e hai un figlio in comune hai un calendario stabilito da un giudice - spiega Oscar - Questo per un po’ è stato rispettato fino a che la madre ha deciso di non farmela più vedere. Inizi con le segnalazioni e le denunce, vengono depositate in tribunale, il giudice decide se archiviare o analizzare il caso. Intanto il tempo passa. Se sei fortunato tuo figlio viene affidato a un servizio sociale, si fa una pre indagine conoscitiva per valutare le situazioni famigliari. Dopo mesi viene consegnata una relazione al giudice che analizza il tutto. Da lì un’altra decisione per decidere l’affidamento definito ai servizi sociali. Dopo una lunga trafila possono subentrare gli incontri protetti. Questo fa sì che per tornare ad essere padre possono passare anche sette o otto anni. È ingiusto. Non tanto per il papà, ma per i figli. Tutti hanno diritto ad avere una famiglia, con mamma, papà, nonni, fratelli e sorelle.”
E infine l’appello alla figlia: “Ti aspetto e ti voglio tanto bene”.
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