In presidio da questa mattina, martedì 19 marzo, davanti all’ospedale Gradenigo. Braccia incrociate con camice bianco, bandiere e cartelli e distribuiscono volantini ai pazienti davanti all’istituto ospedaliero di Corso Regina Margherita, spiengando le ragioni della protesta.
Le richieste dei sanitari
Chiedono "più investimenti per le risorse umane”, migliori “condizioni di lavoro” che, allo stato attuale, “non garantiscono la sicurezza dei pazienti e degli operatori”, oltre a un rinnovo dal contratto “scaduto dal 2019”.
Queste alcune delle motivazioni che hanno spinto l’A.N.M.I.R.S. (Associazione Nazionale Medici Istituti Religiosi Spedalieri) a indire lo sciopero dalle 8 alle 13.
Blocco delle attività per la mattinata
“La decisione, molto sofferta, di procedere con il blocco delle attività - sostiene il sindacato - giunge dopo lunghe e infruttuose trattative rivolte a sollecitare la direzione e la proprietà a sanare lo stato di disagio in cui sono costretti a lavorare medici e operatori sanitari dell’Ospedale a causa delle sempre peggiori condizioni contrattuali, retributive e operative”.
Quel contratto scaduto dal 2019
Secondo i medici della struttura ospedaliera del Gradenigo il contratto scaduto da cinque anni ha portato a retribuzioni complessivamente più basse rispetto agli omologhi medici che operano nel Servizio Sanitario Nazionale. Questo nonostante operino a parità di incarico e di responsabilità.
"Surplus di ore, contro la normativa”
“Le politiche aziendali - contestano i medici - stanno causando la fuga dall’ospedale di alcuni dei medici e degli infermieri di maggiore esperienza. La carenza di organico incide sull’organizzazione interna costringendo a turni di reperibilità mensili che superano il numero massimo previsto dalle normative europee e nazionali”.
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