A quasi tre anni di distanza dalla morte di Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni di Sestri Levante deceduta per un malore dopo essersi sottoposta alla vaccinazione anti-covid tramite somministrazione del siero Astrazeneca, si chiudono con 5 indagati gli approfondimenti condotti dalla procura di Genova sul decesso della ragazza, risalente al giugno del 2021.
Si tratta di 5 medici della Asl 4 di Chiavari, interni all'ospedale di Lavagna, il primo che prese in carico la studentessa il 3 giugno 2021. La ragazza venne dimessa dopo una serie di esami tra cui una tac, eseguita però senza liquido di contrasto, e con una diagnosi di piastrinopenia.
Solo due giorni dopo un secondo accesso in ospedale, il 5 giugno, in condizioni già gravissime e il trasferimento al policlinico San Martino di Genova dove la 18enne morì nonostante una delicatissima operazione chirurgica per tentare di salvarla, per quella che si era rivelata poi una trombosi dei seni cavernosi.
Solo 15 giorni prima del decesso, 8 giorni prima del primo malore, Camilla Canepa aveva ricevuto una somministrazione del vaccino Astrazeneca partecipando ad un open day vaccinale.
Stando a quanto emerso dagli esami autoptici la ragazza, che non aveva alcuna patologia pregressa, avrebbe presentato sintomi 'ragionevolmente' riferibili ad effetti avversi del vaccino.
Il processo dovrà stabilire se la ragazza, che si era rivolta all'ospedale di Lavagna ed era stata dimessa, si sarebbe potuta salvare. Tra i fatti contestati c'è la mancata esecuzione di una tac con contrasto, come previsto dai protocolli terapeutici per il trattamento della cosiddetta sindrome da Vitt (Vaccine-induced immune thrombotic trombocitopenia), che avrebbe potuto mettere in luce la patologia in atto e permettere un intervento sanitario tempestivo. La 18enne invece venne dimessa, per poi tornare in ospedale due giorni dopo all'aggravarsi dei sintomi, quando ormai la situazione era compromessa.
Dei 5 medici che la presero in carico a Lavagna, 4 risultano indagati dai magistrati genovesi per l'ipotesi di omicidio colposo. A tutti è contestato invece il reato di falso ideologico: nella cartella clinica stilata all'arrivo in ospedale non è stato inserito il fatto che la ragazza aveva ricevuto la somministrazione vaccinale da pochi giorni.
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