Il Nazionale

Cronaca | 08 marzo 2024, 11:13

Donna di Diano d'Alba muore dopo l’operazione al femore: la Procura indaga tre medici di Verduno e il figlio

Il decesso successivo all’intervento per la riduzione di una frattura. In corso l’esame autoptico sulla salma. Accertamenti d’indagine su eventuali responsabilità del familiare nella caduta causa della lesione

Donna di Diano d'Alba muore dopo l’operazione al femore: la Procura indaga tre medici di  Verduno e il figlio

Una vicenda dai contorni tutti da chiarire quella che ha visto la Procura della Repubblica di Asti aprire un fascicolo di indagine in conseguenza del decesso di una donna classe 1960, Annamaria Bosco, residente a Diano d’Alba, deceduta in ospedale a Verduno in seguito a un intervento chirurgico per la riduzione di una frattura a un femore. Operazione cui la stessa è stata sottoposta nella giornata di sabato scorso, 2 marzo, poche ore dopo essere arrivata al Dea dell’ospedale unico di Alba e Bra accompagnata dai sanitari del servizio di emergenza 118

Sul fascicolo affidato al sostituto procuratore astigiano Sara Paterno figurano i nomi di tre medici in servizio presso la struttura sanitaria, per i quali si procede sull’ipotesi di indagine di omicidio colposo con l’intenzione di verificare l’esistenza e la natura di un eventuale collegamento causale di natura colposa tra l’operazione e la morte della donna. 

Indagato sarebbe poi anche il figlio della donna, nei confronti del quale si intende invece accertare o escludere la presenza di elementi utili a circostanziare l’imputazione di omicidio preterintenzionale. A suffragare l’esigenza d’indagine una frase che sarebbe stata riferita dalla donna una volta arrivata in ospedale e che avrebbe portato gli inquirenti a voler escludere che possa essere stato lo stesso 37enne, ad avere spinto la madre, causandone la caduta alla base della frattura. 

Mentre scriviamo sulla salma della donna sono in corso gli accertamenti autoptici disposti dalla Procura, che ha incaricato dell’autopsia la dottoressa Caterina Petetta, medico legale in servizio dell’Asl di Asti

I tre medici si sono affidati all’avvocato albese Roberto Ponzio e ai consulenti tecnici Lorenzo Varetto, per due di loro, e a Franco Romanazzi, dell’Asl Cn2. La difesa del figlio della donna è stata invece affidata d’ufficio dalla Procura all’avvocato astigiano Luigi Florio.

"Abbiamo prontamente avviato una valutazione interna per verificare nei minimi dettagli l'accadutodichiara il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio –. Tuttavia, al momento sarebbe prematuro esprimere qualsiasi considerazione, nel rispetto delle indagini in corso per l'accertamento dei fatti e delle eventuali responsabilità".

"A nome dell’amministrazione e dell’intera nostra comunitàdice il sindaco del centro langarolo Ezio Cardinalenon possiamo che stringerci al dolore di questa famiglia continuando a prestarle la massima vicinanza e assistenza, come già fatto in questi anni insieme a tutti gli organi preposti". 

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