Al termine di una lunga udienza, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Alessandria chiamato a valutare il fermo della diciannovenne Makka Sulaev – indagata per l’omicidio di suo padre Akhyad, accoltellato venerdì pomeriggio nell’appartamento nicese in cui i due vivevano con la madre e i fratelli minori della ragazza (CLICCA QUI per rileggere l'articolo) – ha deciso che non andrà in carcere.
Il pm , Andrea Trucano, aveva chiesto la custodia cautelare in carcere, mentre il giudice è stato di diverso avviso. Makka quindi tornerà nella comunità e dove potrà tornare a studiare, sebbene a distanza. Sulla dinamica dell'omicidioormai sono pochi i dubbi: e i carabinieri della Compagnia di Canelli e della Stazione di Nizza Monferrato hanno ricostruito in modo dettagliato quanto accaduto venerdì pomeriggio nell’appartamento di via Valle San Giovanni. Un delitto, come confermato dalla stessa ragazza, sentita oggi per oltre un'ora, frutto di un lunga serie di violenze e soprusi da parte de padre.
Neanche il fermo è stato convalidato, per motivo tecnici. Il gip Riccardo Ghio, evidentemente tenendo in debita considerazione la piena collaborazione offerta dalla ragazza, che in sede di interrogatorio ha risposto alle domande ricostruendo la drammatica quotidianità familiare ha rigettato la richiesta di trasferimento in carcere avanzata dal PM, disponendo che Makka torni nella comunità protetta che si era già detta pronta ad accoglierla nuovamente, con braccialetto elettronico.
La 19enne è indagata per omicidio volontario aggravato.
Commenti