Il Nazionale

Cronaca | 17 ottobre 2025, 17:25

Omicidio di Nada Cella, parla Soracco: “Spero che la Corte metta fine al mio calvario”

Il commercialista imputato per favoreggiamento si difende in aula: “Ho sempre detto tutto quello che sapevo, mai nascosto nulla. Sono stato vittima di un linciaggio morale e giudiziario”

Omicidio di Nada Cella, parla Soracco: “Spero che la Corte metta fine al mio calvario”

“Ho sempre detto tutto quello che sapevo senza mai nascondere nulla. Spero che la Corte metta, una volta per tutte, la parola fine al mio lungo e immeritato calvario”. 

Sono le parole di Marco Soracco, il commercialista nel cui studio a Chiavari venne uccisa Nada Cella il 6 maggio 1996, con cui ha concluso le sue spontanee dichiarazioni davanti alla Corte d’Assise di Genova.

Soracco, oggi imputato per favoreggiamento - secondo l’accusa non avrebbe rivelato di sapere che l’assassina fosse Anna Lucia Cecere - ha parlato per circa quindici minuti, ripercorrendo trent’anni di sospetti, accuse e processi: “Ho vissuto un gratuito linciaggio sia sotto il profilo giuridico che morale”.

“Quel giorno doveva essere una normale giornata di lavoro - ha ricordato - e invece ho trovato la segretaria in una pozza di sangue. Ho pensato subito di chiamare i soccorsi, non mi sono posto il problema di cosa fosse successo. So di essere parso piuttosto freddo e distaccato, ma è il mio modo di reagire ai fatti improvvisi: le mie reazioni sono sempre frenate, in attesa di comprendere meglio quanto succede”.

Soracco ha ribadito di aver sempre collaborato con gli inquirenti: “Sono stato risucchiato in un vortice a me sconosciuto, una situazione che ho superato solo grazie alla consapevolezza della mia estraneità ai fatti".

Sulla sua conoscenza con Anna Lucia Cecere, che la pm Gabriella Dotto considera la presunta assassina, il commercialista ha precisato: “L’ho conosciuta un anno prima, mi venne presentata dal suo fidanzato di allora. Non ho mai provato interesse verso di lei”. Poi ha aggiunto: “Quando a fine maggio 1996 venne fuori che una ragazza madre era stata indagata, parlando con i giornalisti capii che si trattava di lei. Quando mi telefonò per dirmi che le facevo schifo, pensai che dicesse quelle cose perché credeva che l’avessi denunciata”.

Fuori dall’aula, Soracco ha spiegato di non essersi fatto un’idea precisa su cosa possa essere successo a Nada Cella o sul ruolo della Cecere.

Il processo si avvia ora verso le battute finali: la requisitoria della pubblica accusa è prevista per il 23 ottobre, mentre la sentenza arriverà il 18 dicembre.


 

Redazione

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