È in corso in queste ore di fronte al gup genovese Angela Nutini l’udienza preliminare che dovrà decidere se Annalucia Cecere, ritenuta dalla Procura, rappresentata dal pm Gabriella Dotto, l’assassina di Nada Cella, sarà rinviata a giudizio e quindi dovrà affrontare un processo. In tribunale è presente anche Silvana Smaniotto, madre della vittima: “Oggi è un giorno triste”, ha detto ai giornalisti presenti.
Insegnante residente a Mellana di Boves, l'indagine ora a carico della Cecere è stata riaperta dopo 28 anni dalla sua archiviazione. L'omicidio, noto come il "delitto di via Marsala" ad oggi, non è ancora stato risolto e potrebbe rimanere senza colpevoli e chiudersi con un "non luogo a procedere". Quel che di certo c’è è solo l’uccisione della giovane Nada Cella che il 6 maggio 1996 venne ritrovata priva di vita nell’ufficio del commercialista di Chiavari per cui lavorava, Marco Soracco, riversa sul pavimento dopo essere stata colpita alla testa con un oggetto pesante.
Assieme ad Annalucia Cecere, cui si contesta l’omicidio aggravato, c’è anche il commercialista coimputato con mamma, Marisa Bacchioni, di aver coperto l’insegnante per tutti questi anni e aver dichiarato il falso in sede di interrogatorio: secondo le ipotesi formulate dalla pubblica accusa, infatti, madre e figlio sarebbero stati a conoscenza del fatto che, a uccidere la giovane, sarebbe stata proprio la Cecere e l’avrebbero protetta per non far scoprire un presunto giro di denaro.
Assente oggi in aula, per la maestra di Mellana di Boves parleranno i suoi difensori, gli avvocati Giovanni Roffo e Gabriella Martini. Per madre e figlio, invece, è presente il legale Andrea Vernazza.
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