Il Nazionale

Cronaca | 04 febbraio 2024, 14:13

Piazza Boves terra di nessuno: derubato del cellulare alle otto di sera e costretto a pagare per riaverlo

La testimonianza di un cuneese di 39 anni: "Ho visto solo spaccio e risse. Non erano le 3 di notte. Le forze dell'ordine? Mi hanno detto di evitare di andarci!"

Piazza Boves terra di nessuno: derubato del cellulare alle otto di sera e costretto a pagare per riaverlo

Un cuneese di 39 anni è stato derubato, attorno alle 20 dello scorso venerdì 2 febbraio, del cellulare, un Samsung S20. E' successo in piazza Boves. Il telefono gli è stato restituito in cambio di 100 euro e non senza varie contrattazioni e un passaggio sia in Questura che presso il Comando provinciale dei Carabinieri di corso Soleri.

Che piazza Boves, da anni, sia una delle zone "calde" di Cuneo, in particolare nelle ore notturne, non è una novità. Ma che lo sia già alle otto di sera, rende l'idea di come la situazione sia evidentemente fuori controllo, nonostante i numerosi interventi delle forze dell'ordine e la chiusura degli accessi al parcheggio multipiano della piazza.

Dal 1° gennaio di quest'anno, tra l'altro, è in vigore un'ordinanza che estende anche a quest'area, in tutto il perimetro costituito da via Peveragno, via Savigliano e via Alba, il divieto di consumo di bevande alcoliche 24 ore su 24 e il divieto di vendita per asporto di bevande alcoliche dalle 21 alle 7.

Evidentemente non basta. "Ho pagato. Che altro potevo fare? Non è per il valore del telefono, ma perché, come per tutti, nel cellulare ormai abbiamo tutto, oltre al fatto che lo uso per lavoro", ci spiega il protagonista della vicenda.

E' venerdì sera, sono le 20. L'uomo sta per andare a recuperare la macchina parcheggiata in piazza, dopo un aperitivo con gli amici. Gli si avvicina un ragazzo di circa 20 anni, visibilmente alticcio, che gli chiede una sigaretta. Nel dargliela, il 39enne mette il telefono nella tasca della giacca, gliela offre e poi si dirige verso l'auto.

Una volta entrato, mette le mani in tasca e si accorge che il cellulare non c'è più. Scende per cercare il ragazzo. Lo trova dopo un po' di giri, sotto l'ala coperta in piazza.

"Gli ho chiesto dove fosse il mio telefono. Mi ha risposto che non lo aveva preso lui, ma io ho insistito chiedendogli di poter chiamare il mio numero con il suo cellulare. Purtroppo era spento, nonostante fosse carico, per cui era evidente che qualcuno lo avesse preso; non lo avevo perso, cosa che ho anche pensato, inizialmente", continua. 

Decide di tornare a casa, da dove prova ripetutamente a chiamare il proprio numero. Niente, sempre spento.

"Sono andato in Questura. Era chiusa, ma sono arrivate due Volanti davanti all'ingresso. Ho spiegato l'accaduto, chiedendo che venissero con me in piazza, almeno per fare un po' di pressione ai presenti. Non c'era bella gente, non volevo andarci da solo. Mi hanno risposto che non avrebbero potuto perquisire tutti e che, comunque, a quell'ora la zona era di competenza dei carabinieri. Sono andato quindi in caserma, in corso Soleri, dove mi è stato detto di fare il 112 o di ripassare la mattina successiva per la denuncia. Io volevo il mio telefono, chiedevo solo che mandassero una pattuglia. Mi sono sentito dire che non sarei dovuto andare lì, di evitare quella zona. Ma erano le otto di sera, non piena notte. Alla fine sono ritornato in piazza Boves da solo, mi sentivo io lo straniero. C'era un gruppo di uomini in via Savigliano, si stavano picchiando; un altro gruppetto era giù dalle scale del parcheggio, non so a fare cosa. Mi hanno chiesto più volte se volessi droga. No, volevo solo il mio telefono", continua.

Alla fine, dopo varie trattative, il 39enne cuneese è riuscito ad avere indietro il suo telefono, ma non prima di essere stato costretto ad andare a prelevare e a pagare 100 euro. "Sono stati molto attenti a farmi andare in una zona non coperta da telecamere. Il telefono era già senza sim. Era in uno zainetto che hanno tirato fuori da una porticina. Ormai erano le 22. Sono davvero sconcertato da quello che mi è successo perché, ribadisco, piazza Boves è centralissima, ci sono locali. Mi sono fatto giustizia da solo, se così si può dire, ma non nascondo di aver avuto paura. L'impunità è totale, quella piazza, con il buio, è terra di nessuno. C'è il divieto di consumare alcolici, ma è evidente che non c'è quello di spacciare droga o scatenare risse".

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